Regia di Dennis Dugan vedi scheda film
Il senso del pudore ha impedito alla distribuzione dell’ultima fatica targata Dugan&Sandler (giunti alla settima collaborazione) di presentare il film per ciò che è: il remake, o meglio la rivisitazione di Fiore di cactus. Della sublime commedia di Gene Saks resta l’intreccio: un donnaiolo impunito si finge sposato per scansare l’impegno, ma quando trova la donna giusta, è costretto a inventarsi una moglie da cui divorziare per non rivelare la bugia. Per attualizzare la vicenda (e offrire la sponda alla comicità triviale di Sandler) il dentista dell’originale diviene chirurgo plastico; la moglie “figurante” è ancora la fedele infermiera, in segreto da sempre innamorata del dottore un po’ canaglia. Sorvoliamo sull’impietoso confronto tra i protagonisti (il triangolo Walter Matthau/Ingrid Bergman/Goldie Hawn straccerebbe chiunque): il film ha altri problemi, a partire da una regia cinepanettonesca (ogniqualvolta le fanciulle esibiscono un bikini parte la hit musicale) e uno script che oscilla tra il mediocre e il volgare, in cui Aniston e Sandler sguazzano nei rispettivi cliché. Nicole Kidman si esibisce in una demenziale hula nelle sue native Hawaii, ironizza esplicitamente sui suoi pesanti ritocchi chirurgici e si trova perfettamente a suo agio nel ruolo della bastarda:?la cosa inquietante è che vederla sculettare in gonna di paglia nel mezzo di questa farsa non è affatto straniante.
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