Regia di Dennis Dugan vedi scheda film
Pensavo sinceramente che i considerevoli innesti di Nicole Kidman e di Jennifer Aniston al consolidato binomio Dennis Dugan (regia)-Adam Sandler (mattatore assoluto) avrebbero giovato alla pellicola, invece purtroppo continua inesorabile la decadenza dei due maschietti in questione che stanno scivolando sempre più in basso film dopo film.
Danny (Adam Sandler), dopo una cocente delusione sentimentale, si finge sposato per poter fare il playboy con le donne senza doversi impegnare.
Poi un giorno incontra una sventola (Brooklyn Decker) della quale s’innamora e si trova costretto a far fingere la sua assistente lavorativa (Jennifer Aniston) di essere la moglie che sta lasciando per non farla scappare.
Tutti insieme, compresi i figli della sua collega, trascorreranno un week end alle Hawaii per conoscersi meglio e qui il disguido sarà all’ordine del giorno.
Una trama a dir poco esile e traballante affossa fin da subito (il protagonista invece di inventarsi una bugia con le gambe cortissime poteva semplicemente dire la nuda verità), o quasi, ogni speranza di divertimento.
A parte che è fin troppo facile capire dove si finirà a parare, ma il vero problema di fondo è la comicità che è ampiamente latitante e che prova a scuotere dal torpore solo con gag scatologiche di veramente infimo livello.
Certo qualche volta si sghignazza (vorrei anche vedere), la presa per i fondelli degli Nsync non è male (anche il cameo del tennista Andy Roddick è simpatica), e la (breve) presenza acidissima della Kidman è più che gradevole, lei infatti si prende ampiamente in giro, ma è soprattutto Sandler a non riuscire mai a trascinare fuori dalle secche la pellicola, quando lui rimane l’indiscusso protagonista della scena mentre sembra essere finito in vacanza premio.
Infine diciamo che i risvolti romantici non aiutano proprio per niente (anche perché “studiati”, male) la superficialità generale è eccessiva e il film rimane un’occasione pienamente sprecata (una come la Kidman non ti capita spesso tra le mani), visto anche la partecipazione femminile, per non dire proprio il peggiore della premiata ditta Dugan-Sandler.
Fiacchissimo.
Scivola sempre più in basso, non che abbia fatto mai grandi cose come regista, ma aumentano sempre di più i trucchetti utilizzati per cercare di coprire la mancanza di idee.
Sembra un mezzo pensionato, qui i bei, per quanto spesso grezzi, tempi comici sono un lontano ricordo.
Goffo.
Simpatica, almeno per quanto il contesto glielo consenta.
Invecchia ben.
Quattro scene in croce per lei, ma almeno in un paio lascia il segno.
Sprecata.
Parte minuscola.
Qui è la spalla maschile, ma il personaggio è antipaticissimo nel senso che non fa praticamente mai ridere.
Scialbo.
Una sventola da paura.
Bambina sveglia, ma sfruttata al minimo sindacale.
Parte minuscola.
Particina che si poteva evitare con un clichè al seguito del quale non avremmo sentito di certo la mancanza.
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