Regia di Guillem Morales vedi scheda film
Thriller piuttosto convenzionale, se non fosse per il fatto che, battendo bandiera spagnola, può comunque vantare una confezione di tutto rispetto che gli permette di avere un respiro più internazionale (sarà che la Universal figura come marchio produttore e Guillermo Del Toro ci ha creduto parecchio).
Julia (Belen Rueda) scopre che sua sorella gemella è morta, mentre la sua malattia degenerativa agli occhi peggiora velocemente.
A tutti pare un normale suicidio da attribuire alla depressione, ma alcuni indizi le fanno pensare che le cose siano andate in maniera diversa, nonostante le reticenze del marito (Lluis Homar) e, mentre continua a vedere sempre di meno, attorno a lei succedono cose strane e sinistre.
Guillem Morales ha un buon talento scenico che permette al film di farsi apprezzare per la sua veste estetica e per inquadrature che denotano capacità e buon senso del movimento come del thrilling.
Purtroppo è la storia a non funzionare benissimo, per quanto siamo abituati comunque a vedere assai di peggio, non mancano i sussulti (anche se non sono clamorosi), ma prima di tutto i tempi sono troppo dilatati (per il materiale a disposizione quasi due ore mi son parse un tantino eccessive), in più alcuni passaggi non sono del tutto attendibili (già lei che rimane nella casa dopo quello che le è successo e quello che contina ad avvenire, meriterebbe una profonda riflessione).
Così si fa soprattutto notare una fotografia fredda, ma per niente anonima, ed alcune scene molto ben riprese (per esempio quando Julia si ritrova nello spogliatoio con le donne cieche, o quando subito dopo insegue l’uomo nel corridoio con le luci che nell’accendersi lo seguono passo dopo passo), mentre l’uomo nero, qui più che altro invisibile, non lascia sempre così sgomenti (risoluzione tutt’altro che trascendentale, per quanto poi il finale abbia la sua “poesia”).
Dunque direi che il film in questione è decisamente più valido dal punto di vista tecnico che da quello narrativo, con alcuni aspetti molto interessanti ed altri un po’ deficitari.
Nel complesso discreto.
VOTO : 6,5/10.
Buon talento scenico, forse addirittura un pò troppo convinto dei suoi mezzi, tanto che sembra quasi autocompaiciuto in alcune scene tirate un pò troppo per le lunghe.
Molto presente e calata con impegno nel suo personaggio.
Sollecitata.
Distinto, quello che deve fare lo fa senza tanti indugi.
Abbastanza inquietante, ma anche poco giudicabile (il suo volto è inquadrato solo in poche scene).
E' il commissario di polizia a cui si aggrappa più volte la protagonista.
Onesto.
Piccola parte, abbastanza ambigua.
Sufficiente.
Sufficiente.
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