Regia di Mikael Håfström vedi scheda film
Il tema delle presenze demoniache e dell'esorcismo negli ultimi tempi è stato riproposto sia dalla televisione, con abbondanza di pseudodocumentari, programmi di approfondimento e serials, sia dal cinema in una serie di prodotti più o meno riusciti, in gran parte provenienti dall'oriente e da oltreoceano.
Due anni fa ci ha provato anche il regista svedese Mikael Håfström ambientando la vicenda in una grigia e piovosa Città del Vaticano/Roma e avvalendosi di uno specialista dei ruoli ambigui e inquietanti quale è ormai diventato il buon Anthony Hopkins, qui nei panni di un prete scozzese enigmatico, burbero e anticonformista.
La trama, al di là del sovrannaturale, spazia anche tra temi pesanti e complessi quali il dilemma tra fede e ragione e la ricerca di se stessi, ma nonostante cotanto attore e delle premesse abbastanza interessanti, la controparte Colin O'Donoghue non gli tiene testa, sceneggiatura e regia non riescono ad infondere la forte tensione necessaria ad un film del genere e il finale diventa ripetitivo oltre a dare un'apparenza di irrisolto o superficiale.
In compenso si ringrazia il contenimento di effetti speciali e si sorride leggermente agli ammiccamenti derisori rivolti al celebre e capostipite L'esorcista di William Friedkin.
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