Regia di Gennaro Nunziante vedi scheda film
Checco Zalone, da buona reincarnazione di quel vecchio compagno di classe buzzicone che probabilmente ognuno di noi ha incrociato sulla sua strada, riesce a strappare qualche sorriso, rari momenti esilarani (la festa pugliese di battesimo, ad esempio, con Capareza costretto a cantare le canzoni dei Ricchi e Poveri) e qualche inevitabile sbadiglio. Non si può pretendere che Zalone sia la versione italiana di quel signore della comicità surreale come Jaques Tatì, nè il mago dell'improvvisazione e della mimica Totò (ma lo diciamo adesso, ai suoi tempi il grande comico napoletano era da molti considerato con supponenza se non peggio..). Per un'ora e mezza di apnea mentale "Che bella giornata" riesce a raggiungere lo scopo, e tanto di cappello per aver portato al cinema pure chi non ci entrava dai tempi di "Titanic", ma rimane il retrogusto di un'occasione persa per un attore che, passando dal palco al grande schermo, finisce per perdere un pò di inventiva e di verve ( difetto abbastanza comune nei comici italiani che difficilmente mantengono al cinema la stessa irriverente genialità creativa delle origini, basti pensare ai tanti che dalle scoppietanti prime trasmissioni della Gialappa's sono poi finiti sul grande schermo con risultati spesso controversi).
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