Regia di Gennaro Nunziante vedi scheda film
Dispiace per Michele Salvemini, in arte Caparezza, incastrato nella seconda fatica cinematografica di Luca Medici, in arte Checco Zalone. In un cameo un po’ troppo lungo per essere digerito, esattamente come l’estenuante pranzo di battesimo in cui si svolge, il rapper pugliese si presta al gioco del comico conterraneo e si esibisce su richiesta in Non amarmi e Sarà perché?ti amo. Momenti scult che vorrebbero diventare cult, anzi: vorrebbero proporsi come cult istantanei, lo stesso difetto imputabile al comico/cantante/attore. Geniale nelle sue performance parodistiche in Tv (una su tutte: Carmen Consoli, ma anche in versione Nichi Vendola ha il suo perché), Zalone è partito alla conquista dei botteghini italiani con la stessa prosopopea un po’ tamarra che contraddistingue il suo personaggio, pretendendo di far ridere semplicemente occupando lo schermo. Senza preoccuparsi di dare una forma compiuta a una serie di gag stantie (non mancano neppure le torte in faccia) e sciatte, appoggiate l’una all’altra con il flebile collante di una trama semiromantica e dell’ignoranza coatta e sgrammaticata del protagonista. Certo, è meno volgare dei concorrenti cinepanettoni, sfodera battute contro i soldati italiani che vanno in Iraq «per pagarsi il mutuo», prende per i fondelli (in una delle due canzoni di Zalone presenti in colonna sonora) il fenomeno Facebook e illumina lo schermo con la bellezza dell’improbabile terrorista islamica (obiettivo: la Madonnina del Duomo) Nabiha Akkari, ma accontentarsi è il primo passo per rinunciare per sempre a una commedia all’italiana di qualità. Non ce lo meritiamo.
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