Regia di Gennaro Nunziante vedi scheda film
Il film più brutto dell'anno? Potrebbe essere. Di certo è stato il film (italiano) più ricco al box office - e dio solo sa come questa oscenità morale sia stata possibile. Che bella giornata non solo è un prodottaccio insulso, scritto frettolosamente (soggetto e sceneggiatura del regista e del protagonista), recitato alla buona e girato con altrettanta approssimazione, ma è pure un concentrato di luoghi comuni beceri sull'italiota medio che finisce per dipingere - in maniera assolutamente involontaria: ma la stupidità non è mai un alibi - la nazione come un immenso trogolo di nefandezze subumane. Ignoranza, raccomandazioni, xenofobia: tutta roba vera, per carità, tristemente vera, nel nostro 2011; ma quando Nunziante e Zalone scrivevano questa storia realmente volevano denunciare il pietoso stato dello Stato? O forse, molto più prosaicamente e pragmaticamente, intendevano imbastire una sguaiata burletta senza pretese, sfruttando il successo estemporaneo di un comico televisivo di terz'ordine, nel mentre adoperando come contesto - senza accorgersene - lo sfascio morale e materiale che ci circonda? La risposta, e sarebbe strano se qualcuno perdesse pure tempo a ragionarci su, è la seconda e senza ombra di dubbio. Che bella giornata è un figlio legittimo del suo tempo, senza alcun bisogno di riconoscimento da parte dei genitori: gli rassomiglia in maniera paurosa e tanto basta a far scomparire qualsiasi dubbio in merito; solamente un Paese profondamente ignorante come questa Italia potrebbe auto-ritrarsi in maniera ancora più ignorante di quanto già in realtà sia. Particine per Tullio Solenghi e Caparezza: per chi pensava che non ci fosse limite al peggio; partecipa anche Rocco Papaleo, che probabilmente non finirà mai di doversi vergognare di tale misfatto con parenti ed amici; in un ruolo già più rilevante c'è invece Ivano Marescotti, che forse ha un disperato bisogno di soldi o forse è stato drogato e scagliato sul set a sua insaputa. Nessun'altra spiegazione logica risulterebbe credibile. Difficile tacere sul razzismo di base che pervade questo film, ma è un razzismo davvero povero (appunto: ignorante), non tanto cattivo, ma proprio ingenuo (musulmani=terroristi: come si fa, ancora nel 2011 siamo fermi qui?) e che pertanto suscita più pena e imbarazzo che disgusto. E' così, da tali presupposti, che è nata la Lega nord, si ricordi. Che brutta giornata, per il nostro cinema e per il suo glorioso passato. 1/10.
Un brutto burino, capo addetto alla sicurezza del Duomo di Milano, comincia a frequentare una bella turista conosciuta in servizio. La ragazza è musulmana: quindi è una terrorista senza cuore, che approfitta del burinaccio per far esplodere il Duomo (non si sa bene la finalità di tale esplosione). Tutto finisce in burletta.
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