Regia di Gennaro Nunziante vedi scheda film
Checco non è cinepanettone, non è commedia, non è Zelig, non è volgare, non è ragionato, non è clone se non di se medesimo (meglio Cado dalle nubi infatti), ma ti può far sganasciare con piacevolissime facezie abbinate agli ormai noti scardinamenti grammaticali.
Poi tutto il resto latita, quel resto che solitamente è l'anima di un film.
Ma noi andiamo disanimati a vedere Checco, disarmati, degenerati, con le pile flosce, svuotati di senso critico, arrendevolmente bendisposti.
E Checco fa di noi quel che vuole.
Si circonda di caratteristi con la c maiuscola, di battute al fulmicotone, di innocente paradosso e felici tempismi.
Ed a noi sta bene cosi.
E di questi tempi scompisciarsi dalle risate, almeno tre volte per tempo, è’ già un mezzo miracolo
Manco Ibra mi mette più cosi di buonumore...
Poi cercherò Confessions in dvd o in qualche remoto sito da scaricare. Ma perchè, mi chiedo con bradipesca prosa, “stilettarmi al petto” ed angosciarmi di cinematografiche contorsioni giapponesi, quando spesso - anche se non volentieri - basterebbe del discreto cinema italiota a far contorcere le budella?
Per ora, volendo disangosciarmi, torno a Checco.
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