Regia di Ben Stassen vedi scheda film
Il primo film interamente realizzato con le nuove tecniche stereoscopiche, ossia non “dimensionalizzato” a posteriori, è Fly Me to the Moon di Ben Stassen, una produzione belga del 2008 mai distribuita in Italia. Lo stesso regista ha questa volta più fortuna - perché gli schermi 3D si sono nel frattempo moltiplicati - e arriva nelle nostre sale con Le avventure di Sammy, che racconta i primi cinquant’anni di vita della tartaruga marina del titolo e di alcuni suoi amici, Shelly e Ray. La struttura è anomala: costruito quasi a episodi, legati da una storia d’amicizia e una d’amore, presenta con insolita cura il ciclo di crescita di un animale. Approfittando dei viaggi del protagonista, sono messi in scena diversi ambienti e incontri: dai ghiacciai alle paludi alle spiagge, fino ai fondali marini, prima coloratissimi e poi inquinati dal petrolio. Quasi un road movie di formazione in mezzo all’Oceano, esile nella narrazione e un po’ noioso nella sua ripetitività, Le avventure di Sammy scommette sull’uso frontale della stereoscopia: piacerà un mondo ai più piccoli e a chi crede che il 3D serva a far uscire cose dallo schermo, o ad avanzare con la cinepresa fino a sbattere contro ostacoli vari. Un caso esemplare ed elementare di cinema delle attrazioni.
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