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Figli della grande città

Regia di Yevgeni Bauer vedi scheda film

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La recensione su Figli della grande città

di casomai
8 stelle

Iniziamo col rettificare un errore presente sia nella scheda di Film TV, sia, più colpevolmente, nella copia mandata in onda da Raitre. Evgenij Bauer aveva diretto nel 1914 un cortometraggio dal titolo Figli della grande città (Deti bol'shogo goroda), che narra le vicende di una giovane sarta intenzionata a scalare la società. Il film mostrato da Raitre, il cui cast e la cui trama corrispondono a quelli descritti in questa scheda, si chiama invece Deti veka (lo si legge del resto, in caratteri cirillici, nei titoli di testa), letteralmente I figli del secolo, con allusione al romanzo di Alfred de Musset Le confessioni di un figlio del secolo. Bauer, probabilmente il maggiore regista russo del periodo zarista, è una (ri)scoperta tutta italiana, come ammette il grande Jacques Lourcelles. E' infatti soprattutto grazie alle Giornate del cinema muto di Pordenone del 1989 che, dopo quasi un secolo di indifferenza, la sua opera è tornata a destare l'attenzione, tanto da essere considerata - è sempre Lourcelles che parla - l'ultima grande sorpresa cinefila dell'ultimo scorcio del XX secolo. In Bauer, cantore di storie altoborghesi nella Russia prerivoluzionaria, affascinano le atmosfere crepuscolari e decadenti, la raffinatezza degli interni (la banca, la serra) e degli esterni (il giardino, il fiume solcato da barche ornate a festa) e il gusto del montaggio (il marito si dispera a casa mentre parallelamente, a un garden party, la moglie se la spassa). Nonostante i suoi eccessi estetizzanti e melodrammatici, Bauer è tra i primi registi consapevoli della storia del cinema, nel senso che mette scientemente tutti gli aspetti filmici, dai costumi alla recitazione alle scenografie ai movimenti di macchina, al servizio del suo ideale estetico. E' lecito chiedersi come si sarebbe evoluta la sua arte se non fosse morto inopinatamente di polmonite nel 1917. La domanda è destinata a rimanere senza risposta, ma è con malinconia mista a tenerezza che oggi torniamo ad ammirarne le opere e a seguirne le vicende, sapendo che la società raffinata in esse descritta sarebbe stata spazzata via impietosamente nel giro di pochi anni. Le opere di Bauer sono anche un prezioso documento storico sul gusto di un'epoca travolta dalla storia.

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