Regia di Tonino Valerii vedi scheda film
Seccato con E. B. Clucher che, per lui, ha ammazzato il western all'italiana con i due film di Trinità, che sono stati campioni d'incasso nei primi anni'70,, il regista Sergio Leone chiama proprio l'interprete del cowboy più sozzo d'Italia, Terence Hill, che come spalla ha un ottimo Henry Fonda, nel ruolo di un cowboy vecchia maniera.
Seccato con E. B. Clucher che, per lui, ha ammazzato il western all'italiana con i due film di Trinità, che sono stati campioni d'incasso nei primi anni'70,, il regista Sergio Leone chiama proprio l'interprete del cowboy più sozzo d'Italia, Terence Hill, per fargli interpretare una commedia western, diretta a quattro mani con Tonino Valerii. Al posto di Bud Spencer c'è quell'Henry Fonda che fu il cattivo di "C'ERA UNA VOLTA IL WEST" e che qui torna a essere buono. Una coppia strana nel western spaghetti, che, però, funziona alla grande, grazie ai siparietti di Terence Hill (che, oltre a rifare Trinitù in maniera "seria", anticipa di 10 anni quel Murdock il pazzo urlante della serie tv "A-TEAM", forse per il racconto dell'uccellino che cade dal nido, o dalle facce buffe che fa) e alla malinconia di Henry Fonda (bravissimo e in forma, nonostate gli allora suoi seettant'anni d'età,, ma chissà, poi perché proprio lui e non John Wayne, che rappresenta di più il western americano vecchia maniera). Indimenticabile la carica dei 150 cowboy che formano il "Mucchio Selvaggio" (eh, si, c'è anche un pò di Sam Peckiimpah), di cui fa parte il noto caratterista americano Geoffrey Lewis (pare di Juliette e qui protagionista di una simpatica scena nel negozio del barbiere, accanto a Terence Hill), musicata da un Ennio Morricone sublime. Non siamo ai livelli della trilogia del dollaro, né a quelli di "C'ERA UNA VOLTA IL WEST", dove però ne riprende solo la malinconia dei tempi andati (anche se qui i treni sono solo dei mezzi di fuga, in stile comiche alla Ridolini, non la rappresentazione del progresso che sta avanzando) né a quelli del rivoluzionario "GIU' LA TESTA" "IL MIO NOME E' NESSUNO" è solo un divertissement di Sergio Leone, che il regista romano affida ad un altro,che, però, sta una spanna sopra a tanti western spaghetti che, agli inizi degli anni'70, si defibivano comici..
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