Regia di Tonino Valerii vedi scheda film
Una vera schifezza.
Non si può nemmeno definire un trash, perchè i trash hanno un loro motivo di essere e pertanto una loro concretezza. Il regista Valerii, già collaborator di Sergio Leone (curò parzialmente la regia di "Per qualche dollaro in più"), ne cerca ispirazione nello stile ma ne vien fuori una brutta copia sfocata e anche, direi, irriverente, dei film di Leone. Il film fu definito un omaggio al western all'italiana, ma, come già detto, c'è modo e modo di citare ed ispirarsi, e "Il mio nome è nessuno" è il modo peggiore. Se si fosse voluta fare una parodia dei film di Leone, almeno ci si sarebbero fatte quattro risate. Ma questo film non è né una parodia, né una citazione, né un omaggio. Per farla breve: una schifezza.
Chi mi ha letto in altre recensioni sa che non sono solito sparare aggettivi così categorici, soprattutto fuori dei commenti brevi, ma questa volta non trovo termine più appropriato.
Pare comuque che questo sia un mio isolato parere, considerato il successo di pubblico che ebbe il film all'uscita nelle sale. Aggiungo che i due film con "Trinità", con Terence Hill sporco e sorridente, mi piacciono e mi diverto ancora a guardarli, sono divertenti e dichiaratamente comici. Inserire però lo stesso personaggio in una specie di celebrazione del vecchio West e con pretese manieristiche, allora è tutta un'altra storia, i passi falsi sono già annunciati, a cominciare dalla presenza del serioso Henry Fonda, grande ed emblematico spreco di talento che spicca sulla pellicola.
La trama è inconsistente, addirittura inutile, il film è una sequenza di macchiette mal girate, costruite con dialoghi senza senso e ritmi soporiferi. Nemmeno le musiche di Ennio Morricone possono salvare una sceneggiatura già bacata in partenza da un soggetto insulso. Una totale e uniforme assenza di pathos dall'inizio alla fine. Rallenty e primi piani esagerati e petulanti non compensano la scarsità di idee né coprono la vergogna di una produzione farlocca già nelle intenzioni.
Alla fine, qualcosa di positivo devo dirla: utilizzare il film in una scuola di cinematografia, ma non per il tema "Come non girare un film", quanto invece "Perchè girare un film quando se ne può fare a meno?".
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