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La meteora infernale

Regia di John Sherwood vedi scheda film

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La recensione su La meteora infernale

di millertropico
6 stelle

Questo B-movie può a ben diritto inserirsi in un filone che potrebbe essere definito di "fantascienza realistica", visto che seppure il terrore arriva ancora una volta dallo spazio, qui non ci sono creature aliene a minacciare la terra, ma solo anomalie "naturali", poichè è un minerale a creare il panico e lo scompiglio,
Qualcuno quando il film fu distribuito, scrisse che potrebbe tranquillamente inserirsi fra le pellicole di Jack Arnold, ma a mio avviso, pur trattandosi di un risultato tutt'altro che disprezzabile, la differenza della mano che dirige, si avverte perfettamente. 
E' indubbio che qualche punto di contatto con Arnold esiste davvero, e non solo perché anche qui l'eroe è interpretato da Grant Williams (già protagonista, nello stesso anno - il 1957 - di Radiazioni B X distruzione uomo diretto appunto da Jack Arnold). Il film in questione, si basa infatti su un soggetto che è proprio farina del sacco di Arnold (scritto  in collaborazione con Robert M. Fresco) anche se la sceneggiatura è poi stata redatta da Norman Jolley, ed è stato realizzato dallo stesso produttore con l'ausilio dello stesso staff di  tecnici.  Le "assonanze" erano allora forse inevitabili, se si aggiunge poi il fatto che anche qui lo scenario è  fra quelli preferiti da Arnold (il deserto) così come il tema della "distruzione del genere umano" (questa volta gli uomini che rischiano di diventare "pietrificati").
Eppure, malgrado tutto questo, come ho già detto, la mano è diversa e si avverte, anche se John Sherwood che dirige la pellicola (realizzatore fra l'altro anche del terzo episodio della serie del Mostro della laguna) si muove abbastanza a suo agio dentro questa storia tutto sommato lineare, alla quale sa imprimere il giusto ritmo: Manca semmai il mordente, o peggio ancora, al regista manca completamente quel senso di angoscia che è tipicamente arnoldiano (e Dio sa  quanto sarebbe stata  invece necessaria quella presenza disturbante in un racconto che diventa così una storia di ordinaria e normale amministrazione che si risolve per altro "brillantemente" con il consueto lieto fine: una pioggia di meteoriti si riversa sul deserto californiano e i frammenti che vengono rinvenuti, dimostrano che tale materiale sconosciuto, si gonfia e cresce fino ad assumere dimensioni gigantesche, a contatto soprattutto con l'acqua, ma anche con ogni altro elemento che avvicina, uomini compresi, poichè sottrae ad essi una sostanza fondamentale che li rende "inerti".
Il film che ne deriva, è in ogni caso piacevole e corretto nella sua "classicheggiante" esecuzione, e quindi "consigliabile per una rilassante e distensiva visione solo leggermente adrenalitica, il che non guasta mai in questo genere di pellicole (la suspense nasce soprattutto dai tentativi degli scienziati di trovare un reagente chimico capace di fermare la crescita e di evitare così la catastrofe dovuta a questo minerale sconosciuto e anomalo: C'è un fattore negativo in ciascuno dei minerali trovati - dichiara Dave, il geologo protagonista della storia mentre analizza i reperti al microscopio colloquiando con Reynolds e Flanders gli altri scienziati che coordinano le ricerche - Neanche un punto di estinzione positivo, in nessuno di loro. E guarda questo: ho fatto l'analisi della roccia trovata in laboratorio. Ad eccezione di una traccia di fosfato di ferro, in quantità minima, sono tutti silicati: quarzo, feldspato, pirossene, appartengono tutti al gruppo "silice", cioè ai silicati solidi, ma sono combinati in un modo che non esiste neanche allo stato di natura...(...) e guarda la differenza con i materiali con i quali è entrata in contatto prima di aumentare di dimensione... La differenza non è solo nel colore, questi sembrano senza vita: sono totalmente privi di silicio. I relitti rimangono esattamente quello che erano: legno, cemento, metallo, ma una volta che sono stati risucchiati dal meteorite, non hanno più silicio: luie lo ha assorbito completamente, rigenerandosi e moltiplicandosi, e questo può spiegare molte cose. Noi sappiamo che la roccia silicea si moltiplica: può darsi allora che parte del processo di assorbimento di silice sia originato da qualche sostanza sconosciuta e che il meteorite, o anche una sua semplice scheggia lo acquisisca  da tutto ciò con il quale entra in  contatto, come terra, legno ... o ... "corpo umano" (...) E se il silicio contenuto in una persona dovesse a un tratto scomparire... succederebbe forse che... Beh... non si conosce con sicurezza la funzione del silicio nel corpo umano, ma c'è una teoria secondo cui è l'elemento che mantiene la pelle umana flessibile.. e allora se lo si toglie...... abbiamo già potuto constatare ciò che accade ed è terribile....
L'antidoto ovviamente si troverà alla fine, e sarà banale (la solita scoperta dell'acqua calda, o per meglio dire, in questo caso, dell'acqua "salata" anche se vorrei non aggiungere altro per non togliere il piacere della scoperta)
L'aspetto più interessante comunque, è ovviamente quello relativo agli ingegnosi effetti creati da Clifford Stine con un abile utilizzo di modellini e trasparenti: Come ci ricorda il Mereghetti, l'immagine dei monoliti alti come grattacieli che si abbattono su cose e persone (citata da Carpenter in "Essi vivono") è tra le più memorabili della fantascienza dell'epoca.

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