Regia di Cary Fukunaga vedi scheda film
Conoscevo la storia soltanto di fama, non avendo letto l'omonimo romanzo di Charlotte Bronte. Dunque non potrò esprimermi in alcun modo in merito alla fedeltà della trasposizione. Tuttavia qualcosa mi è parso di percepire ugualmente. Ho avvertito la netta sensazione, infatti, di tagli subiti qua e là oppure d'improvvise accelerazioni, sintesi e allusioni per sommi capi. La conseguenza è che qualcosa manca. Non solo secondo me, perché mi risulta che lo stesso regista Cary Joji Fukunaga avesse ammesso che la sua Director's Cut sarebbe stata di ben 150 minuti. Se avesse potuto, magari quella mezz'ora aggiuntiva si sarebbe rivelata assai preziosa. Immagino nel meglio delineare certi personaggi secondari, nel rimpinguare alcune sequenze tipo l'orfanotrofio e nel restituire una dimensione compiuta a un finale che invece così com'è appare quasi mutilato.
Nonostante questa premessa e il fatto che il film non appartenga al mio genere preferito, devo comunque ammettere quanto il risultato sia più che dignitoso. Mi sono trovato abbastanza coinvolto, partecipe e interessato. Molto si può giustamente attribuire alla forza e al carattere dei due protagonisti, Mia Wasikowska (Jane Eyre) e Michael Fassbender (Edward Fairfax Rochester), pur supportati da ottimi comprimari del calibro di Jamie Bell (St. John Rivers) e di Judi Dench (Mrs Fairfax). A voler essere sincero, però, sospetto che io sia di nuovo caduto vittima del fascino irrimediabilmente su di me esercitato dall'atmosfera squisitamente inglese, per i costumi, le scenografie, i paesaggi e l'ambientazione spazio-temporale. Con un tocco gotico che non guasta affatto. Il mio giudizio è allora discreto, con voto 3,5/5.
Jane Eyre fugge da Thornfield Hall, la dimora dove lavora come governante. L'isolamento e l'austerità del luogo, infatti, oltre al ricco proprietario Edward Rochester, hanno lasciato un segno sulla giovane, nonostante la dura scorza sviluppata in orfanotrofio: spalancate sono le porte di un amore travolgente, segnato però dagli incomprensibili lampi di tenebra e inquietudine di un terribile segreto. Riflettendo sul suo passato, dopo un'infanzia di crudeltà, Jane è ora determinata a vivere la propria vita senza paura, intensamente.
Dario Marianelli mantiene un profilo basso, appena percettibile, di musiche soffuse che si stemperano.
Sarei curioso di vedere la Director's Cut da 150 minuti.
Jane Eyre. Molto intensa, trova l'occasione per potersi esprimere al meglio. Brava.
Edward Fairfax Rochester. Calato e assorto nella parte senza nessuna difficoltà.
St. John Rivers. Ruolo apprezzabile.
Mrs Fairfax. Sa distinguersi con disinvoltura.
Bertha Antoinetta Mason. Un cameo che è impossibile non notare.
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