Regia di Renato Castellani vedi scheda film
E' un discreto film, che sta in piedi soprattutto grazie all'interpretazione di Aldo Fabrizi, che da proprio il meglio di sé. Per il resto, mi pare che l'opera soffra delle molte mani che hanno steso la sceneggiatura (sette); si ha infatti la sensazione, in certi passi, che il film non sappia che pesci pigliare, o non riesca ad assumere un'identità definita. Tuttavia alcuni temi non banali riescono ad essere sviluppati, come la fissazione di molti genitori di ieri e di oggi che il figlio debba per forza diventare qualcuno, e, quando questo accade, non fanno che vantarsene con tutti. Allo stesso modo, i genitori di famiglie altolocate non vogliono che i loro figli si mettano o abbiano a che fare con persone di umile estrazione, abitudine che non credo sia cambiata. La scena del padre della ragazza che fulmina il suo corteggiatore è molto riuscita.
Accanto a questo, c'è anche la riflessione che chi diventa qualcuno non di rado disprezza le sue umili origini. Devo aggiungere però che il personaggio del figlio ha caratteristiche non ben amalgamate e forse contraddittorie: da una parte ha un'onestà cristallina, e anche una bella umiltà professionale, dall'altra dispezza - come dicevo - il mondo popolare delle sue origini.
Un altro difettuccio curioso di questo film è che diverse scene sono tagliate troppo presto, nel senso che c'è lo stacco non appena l'attore ha finito di parlare, e non viene lasciato allo spettatore quel tempo fisiologico per mandare giù la scena ed essere disponibile ad un altra.
Nonostante questo lungo elenco di difetti che ho fatto, non è affatto un brutto film. E' leggero e gradevole, fa fare qualche risata, e lascia dentro una piacevole sensazione.
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