Regia di Aleksandr Rogozhkin vedi scheda film
VOTO 7,5 ESEMPLARE (Tv 1 Dicembre 2010) Una non guerra in un non luogo. Rogozhkin controlla in modo esemplare la messinscena e la sceneggiatura, i toni sono da commedia, ma il dramma irrompe sempre all'improvviso. Come nell'altra pellicola, che ho avuto la fortuna di vedere, Kukushka di 4 anni successiva, il paesaggio ha un ruolo fondamentale, la natura pura e indifferente (il rapace sempre volteggiante nel cielo), contrapposta alle sciagurate azioni umane. Non si parla di Cecenia ma i riferimenti sono a volte lampanti, si era nel 98 dopo la prima guerra russo-cecena (quella di Dudaev per intenderci). Gli ideali sono finiti, la realtà inghiotte tutto, la vita dei soldati è espressa magistralmente, nella noia e nella tensione dell'attesa: "Il bucolico idilio è infranto solo dalla presenza del cecchino, è semplice: impedisce di vivere". E quel commento fuori campo con scorci poetici, disorienta e nel marasma volgare della guerra, ci rende sempre più sensibili al messaggio di critica al militarismo e alla stupidità umana. La scena del bimbo mutilato che cerca di far esplodere una mina, entra a mio parere, tra le immagini più potenti del cinema contro la guerra. Smitizzante, breve, ma davvero grande; meno stilizzato e compiaciuto di Kukushka, è un film più che consigliato.
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