Regia di Amat Escalante vedi scheda film
Diego è un uomo-automa: divorziato, convive con un'altra donna, con cui consuma una vita meccanica, dal sesso alla visione delle "soap" in televisione, al lavoro da impiegatuccio statale, piegato totalmente dalla vita, che, parole sue, "è stupida perché imprevedibile". Eppure, nella sua vita, non c'è nulla di imprevedibile, fin da quando la sveglia dà il via alla sua giornata. E' un uomo svuotato e inerte, con una donna altrettanto sfinita, ma forse con un afflato romantico (da telenovela) in più, pronta a perdonarlo, ogni volta, non si mai bene per cosa. Diego ha una figlia, tossica, perduta, sola. Diego non ha nemmeno il coraggio di contraddire la compagna, contraria ad ospitarla in casa, e le cose, poi, scivoleranno in una tragedia alquanto silenziosa, come fosse null'altro che un numero successivo sulla contabilità rigorosa della sua vita. Tutto qui. Il film di Escalante è classico Cinema d'autore, ma di quelli veramente deprimenti, nel senso pieno del termine. Un film immobile, di quell'immobilità di cui Kaurismaki ha fatto stile, poesia e rock'n'roll, mentre qui, oltre a mancare tutto questo, vi manca solo la corda per impiccarvi. Volutamente gelido e geometrico, ma Escalante, in questo esordio, ha decisamente esagerato con le dosi. Bocciato.
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