Regia di Roselyne Bosch vedi scheda film
Estate 1942: nella Parigi occupata vengono rastrellati gli ebrei da avviare ai campi di sterminio in Polonia, la cui esistenza non è ancora di pubblico dominio. Il film contiene tutto quello che ci si può aspettare e niente di più: nessun guizzo, nessuna invenzione registica nonostante la potenziale spettacolarità delle ambientazioni dentro il velodromo d’inverno brulicante di persone. Tocca l’acme emotivo intorno alla mezz’ora, con la retata vera e propria (da cui il titolo originale, La rafle), poi si appiattisce; eccede nell’accentuare i gesti di solidarietà, in primo luogo quelli dell’infermiera protestante Annette Monod (realmente esistita), per tacitare la cattiva coscienza nazionale. Potevano esserci risparmiate le ridicole scenette con attori che interpretano Hitler, Himmler, Pétain e Laval.
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