Regia di Brad Anderson vedi scheda film
Tramonto della civiltà. Un mattino ti svegli e scopri che il buio s'è ingoiato il genere umano, fatta eccezione per qualche sparuta anima fragile ancora dispersa per la città. Salvezza equivale a rimanere in luce ma che senso ha cercare una via d'uscita se coloro che ami sono lì ad attenderti nell'ombra? Un incipit interessante. Per un corto, forse. L'ora e mezza di "Vanishing on 7th Street" vanifica purtroppo qualsivoglia potenziale narrativo e d'intrattenimento, dilatando all'inverosimile lo sconcerto e la disperazione dei protagonisti di fronte all'inspiegabile. Brad Anderson filosofeggia a colpi d'illuminazione dando troppo peso alle (re)azioni anziché concentrarsi sul più interessante concetto d'accettazione, abbozzato solo a tratti nella seconda parte. Un difetto importante per un film che ambisce a scavalcare il genere ma che ne rimane imbrigliato fra tentativi di fuga e didascaliche spiegazioni a giustificazione del tutto (croatoan). Impeccabile la messa in scena e tutto sommato funzionale la prova del cast - anche se Christensen continua a non piacermi - ma dal regista de "L'uomo senza sonno" ci si aspettano esercizi di stile meno fumosi.
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