Regia di James Gunn vedi scheda film
Di supereroi senza superpoteri, o qualità, particolari cominciamo ad averne visti parecchi al cinema (“Defendor” con Woody Harrelson o il più titolato “Kick-ass”, con relativo seguito), ma nonostante ciò James Gunn riesce a creare un itinerario suggestivo, elettrizzante e ricco di rivoli anche molti distanti tra loro, sicuramente lontano dalla perfezione, ma che allo stesso tempo non ha paura delle scelte sue e del protagonista.
Frank (Rainn Wilson) decide di diventare un supereroe e combattere il male (crimine) dopo che sua moglie (Liv Tyler) lo ha lasciato per uno spacciatore di droga (Kevin Bacon).
Il suo fare artigianale prevederà dapprima sconfitte, poi piccole vittorie a suon di crani fracassati e con l’aiuto di un’assistente completamente fuori di testa (Ellen Page) scaglierà l’attacco definitivo per riprendersi sua moglie.
Il tratto saliente dell’opera è artigianale (anche per questo trasmette una certa simpatia) e spesso sopra le righe, scanzonato, ma non privo di anfratti ben più profondi e seriosi.
Un accumulo che rischia spesso di andare fuori strada, ma che soprattutto riesce a dar vita a svariati momenti succulenti, con uscite splatter, varianti grottesche (proposte senza alcun ritegno o paura) e personaggi caricati al limite di esplodere (e non solo perché nel film ad alcuni di loro accade proprio questo a livello fisico).
Storia quindi in buona parte già vista, ma rappresentata senza pudore (vedi per esempio la pazza e sboccata nel linguaggio Ellen Page), con un ritmo eclatante, e che non manca nemmeno di stupire quando a seguito del super scontro terminale decide di andare a parare in ben altri lidi.
Un po’ questo comporta uno spiazzamento, ma, a parte la sorpresa in se, un po’ per il concetto di fondo (ed il personaggio di Frank che ne esce ulteriormente rafforzato) e un po’ per come è rappresentato, finisce per conquistare definitivamente.
Prodotto quindi di serie B, ma che grazie al talento del regista (James Gunn peraltro è entrato nell’universo Marvel) ed a un gruppetto di attori di bravura (apprezzabile poi il recupero di Michael “Pioggia di sangue” Rooker) riesce ad essere sorprendente e, pur con tutti i limiti del caso, trovare una sua collocazione all’interno di un panorama, quello supereroico, decisamente sovraffollato.
Trasbordante.
Spreme al massimo quanto ha a disposizione.
Spesso calca la mano, ma ne esce quasi sempre bene.
Da tenere d'occhio.
In mezzo ad attori ben più affermati è lui il protagonista assoluto.
Personaggio delineato già in fase di scrittura molto bene, ma il suo apporto è comunque determinante.
Bravo.
Sempre gagliarda, in questo caso è completamente fuori di testa, un'invasata fuori controllo.
Brava ad andare in scioltezza oltre le righe, un altro piccolo ruolo riuscito che entra nella sua già ricca, e alternativa, bacheca.
Completamente svitata.
Parte secondaria e che ha ben altro tenore rispetto agli altri protagonisti.
Dolcissima nella sua vulnerabilità da tossica facilmenre deviabile.
Ha sicuramente il volto giusto per impersonificare uno spacciatore psicopatico.
Discreto.
Nei panni di un agente chiamato un paio di volte in causa.
Caratterizzazione piuttosto riuscita.
Più che sufficiente.
E' uno dei scagnozzi del cattivo di turno.
Piccola parte, ma ha la presenza giusta ed è un piacere rivederlo.
Più che sufficiente.
Piccolo ruolo per lui, ma non gli manca la simpatia.
Sufficiente.
Sufficiente.
Sufficiente.
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