Regia di Richard Loncraine vedi scheda film
Film di stampo televisivo confezionato senza troppe sbavature dal collaudato regista Richard Loncraine, ma che soprattutto si avvale di un cast che a parte qualche inghippo (Dennis Quaid è praticamente trasfigurato, per quanto la sua figura cinematografica da buon americano medio ben si presti alle circostanze), calza nei personaggi nel miglior modo possibile.
Va da se che la “relazione speciale” che legò Bill Clinton e Tony Blair ha passaggi che hanno motivi d’interesse tra loro diversi (il caso Lewinsky e l’intervento in Bosnia), ma poi non si va oltre, tenendo i toni fin troppo sotto controllo.
Quando Tony Blair (Michael Sheen) diventa Primo ministro della Gran Bretagna trova in Bill Clinton (Dennis Quaid) una spalla importante per consolidare al meglio la sua posizione politica nazionale ed internazionale.
Saprà ricambiarlo quando il Presidente americano si troverà impelagato nel caso “Monica Lewinsky”, esponendosi in sua difesa in prima persona, ma non avrà nemmeno paura di sfidarlo sul suo terreno, quando ci sarà da affrontare lo spinoso problema Milosevic.
Intanto il tempo passa e George Bush si affaccia alla Casa Bianca.
Commedia ordinata che segue il percorso politico di Tony Blair e che senza assumersi grosse responsabilità offre un punto di vista internazionale anglo-americano, vedi per esempio la non simpatica rappresentazione di Chirac ed un paio di sarcastiche battutine sui modi di fare tipicamente italiani (ed europei).
Ai fatti chiave sopracitati, prevalgono comunque i legami personali che vanno dall’amichevole al conflittuale (ma con estrema attenzione a non far andare il tutto oltre una leggera patina di ruggine) ed uno spazio considerevole è riservato alle donne dei presidenti, d’altronde Hilary Clinton fu chiamata ad affrontare in prima persona lo scandalo del marito (e Hope Davis è oltre modo precisa, partecipe ed attenta), mentre la First Lady britannica Cherie (Helen McCrory che già conosceva il ruolo) offre quel senso di moglie fedele e semplice che si accompagnava alla perfezione alla figura di Blair.
Insomma tutto molto ordinato, quasi un po’ castigato, d’altronde l’occasione questo richiede(va), così a parte la curiosità di fondo per vedere quello che normalmente non ci è concesso di assistere, non vi è moltissimo da segnalare, ma comunque appunto le figure di rilievo, i loro toni (ben raffigurati da una recitazione essenziale, ma non smunta) ed i loro ammiccamenti permettono alla visione di scorrere senza eccessivi tumulti (che con un po’ più di coraggio avrebbero potuto dar maggior spessore) e nemmeno sbandamenti.
Corretto, probabilmente fin troppo.
Ordinato, probabilmente fin troppo accomodante, ma in linea col tipo di operazione.
Buona la direzione degli attori.
Preciso e partecipe nei panni di Tony Blair.
Aderente.
Trasformato nel look per assomigliare il più possibile a Bill Clinton.
Più che sufficiente.
Ruolo di rilievo, ben rappresentato con energia, ma anche controllo.
Discreta.
Semplice, come doveva essere, e piuttosto efficace.
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