Regia di Richard Loncraine vedi scheda film
La relazione speciale alla quale fa riferimento il titolo originale è quella instauratasi fra Bill Clinton eTony Blair durante l'ultimo decennio del ventesimo secolo. Un rapporto di complicità progressista fra potenze anglofone che per un attimo lasciò sperare in una sorta di "new deal" politico salvo poi franare miseramente in seguito ai fatti del sexy-gate ed alla guerra del Kosovo. Un argomento d'indubbio interesse quello de "I due presidenti", peccato che la relativa realizzazione cinematografica mi abbia lasciato comunque molto a desiderare. Nonostante la presenza di un mostro sacro in sceneggiatura - il Peter Morgan di "The Queen", "L'ultimo re di Scozia" o di "Frost/Nixon" - la sensazione di pressapochismo nella ricostruzione dei fatti è una sorta di sassolino nella scarpa che non ci si riesce a togliere mentre la marcata tendenza a creare empatia per i potenti protagonisti e per il loro lato umano riesce a fare tutto fuorché breccia nel buon senso dello spettatore, purché esso conservi un minimo di scetticismo circa i cosiddetti giochi di potere. La presenza in regia di Loncraine non aiuta; dell'estro intravisto nel suo magnifico Riccardo III non è ormai rimasto più nulla ed il suo apporto si limita ad una messa in scena e ad una direzione d'attori da fiction televisiva e nulla più. Azzeccata la scelta di casting che va sul sicuro con la rodata coppia inglese di Michael Sheen ed Helen McCrory. Meno scontata la scelta di Quaid per il presidente americano che, con la faccia giusta, si limita a convincere senza strafare. L' Hillary Clinton di Hope Davis, invece, è da applausi.
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