Regia di Christopher Morris vedi scheda film
Quando si maneggia materiale esplosivo come questo occorre alzare di parecchio la soglia di attenzione e Christopher Morris, nonostante l’impegno personale profuso nel soggetto, a mio avviso ha fallito, almeno in buona parte.
Già affrontare in chiave comico-surreale il tema del terrorismo era un’impresa titanica, ma poi per buona parte (dico così perché ad un certo punto qualcosa migliora) lo humour proposto ha il deficitario problema che non fa ridere.
Dopo un fallito addestramento in Pakistan, Omar (Riz Ahmed) decide di organizzare in casa, Londra, un attentato insieme a quattro amici.
Il problema è che sono uno più stupido dell’altro ed arrivare a conseguire l’obiettivo sarà tutt’altro che facile.
Sicuramente si tratta di una pellicola originale (fin troppo?), purtroppo inizia a funzionare quando i giochi sono per lo più fatti.
Infatti per tre quarti della storia non ci si trova altro che un umorismo demenziale che sembra pericolosamente fuori posto, certo qualche battuta/situazione strappa anche un sorriso, purtroppo però mi sembra assai arduo far ridere con scene come quella dove un uomo scambia una gallina per un coniglio senza orecchie.
In questa situazione trova un po’ di risalto il personaggio di Barry (Nigel Lindsay) che nel suo integralismo un bel po’ svitato (vorrebbe far saltare una moschea piena di fedeli convinto che il suo Dio approverebbe) mi ha in parte ricordato il Walter (John Goodman) de “Il grande Lebowski”.
Molto meglio invece la parte conclusiva nella quale si scende più su un livello surreale e nero, espressa con indubbio coraggio anche se non tutte le soluzioni paiono completamente appropriate (ma almeno dietro ci sono un bel po’ di idee).
Insomma è il classico film destinato a dividere, certamente spiazzante per come si approccia ad una situazione spinosa, girato con la telecamera spesso un po’ troppo, ed inutilmente, ballerina, con alcune scene da vero e proprio “cult-movie”, ma anche tante altre (la maggioranza) terribilmente stonate.
Indecifrabile.
Certamente è destinato a dividere con questa sua opera, però, a parte i concetti etici di fondo, purtroppo non riesce a dosare al meglio la demenzialità (che non sempre strappa risate), soprattutto nella prima parte (verso il finale le cose migliorano e non di poco).
Attore che ormai ha maturato una discreta esperienza e che sa farsi valere in scena (aiutato anche dal fatto di interpretare uno dei ruoli più dosati).
Quasi discreto.
Personaggio sovraccaricato senza costrutto.
Piccola parte per lui (è il negoziatore che cerca di convincere uno dei protagonisti a non farsi esplodere) che certo non gli consente di fare grandi cose.
Anche lui sbanda più volte, ma almeno ha una carica dirompente.
Più che sufficiente.
Molto bella, ma anche poco presente (e sempre senza la possibilità di incidere).
Sciroccata di gusto.
Scarsamente convincente.
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