Regia di Rob Marshall vedi scheda film
Rob Marshall è un ottimo coreografo, un rinomato veicolo per nomination all’Oscar per i suoi attori, ma soprattutto un grande confezionatore di noia. Il suo passaggio dal palcoscenico al cinema ha prodotto film meravigliosamente infiocchettati e imbellettati (Chicago, Memorie di una geisha, Nine), ma inerti e incapaci di sfondare le pareti del teatro per adattarsi al grande schermo. Alle prese con una delle saghe più redditize di tutti i tempi (due dei tre precedenti capitoli sono nella top ten dei maggiori incassi della Storia) non si smentisce: il viaggio di Jack Sparrow & Co. (con la new entry, sensuale ma non esplosiva, di Penélope Cruz) alla ricerca della fonte dell’eterna giovinezza è costellato di duelli/inseguimenti fluidi e simmetrici come balletti, di magniloquenti commenti musicali e di ben pochi momenti divertenti. Virato all’horror ancor più dei precedenti (le sirene sono piranha dal bel faccino) ed estremamente cupo nelle ambientazioni e nei comprimari (Barbanera è un cattivo decisamente privo di autoironia), il quarto capitolo non può vivere solo dell’impagabile pirata drag queen di Depp. Se con Gore Verbinski Sparrow era diventato un geniale “virus” in grado di disinnescare la serietà dell’avventura e dilatare a suo piacimento i tempi dell’azione, con Marshall non trova la stessa complicità e finisce per essere una macchietta.
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