Regia di Rob Marshall vedi scheda film
Continuano le fracassone avventure del pirata Jack Sparrow, questa volta alle prese con Ponce de Leon e la ricerca della fonte dell’eterna giovinezza.
La serie “Pirati dei Caraibi”, secondo me già boccheggiante al secondo episodio, allunga ulteriormente il brodo e spedisce l’icona “cartoonesca” interpretata da Johnny Depp a scandagliare un ulteriore luogo comune del cinema fantastico, la ricerca di un qualcosa che annulli l’inevitabile fine di ogni essere mortale. Cosa della quale, in verità, l’eccentrico e corsaro personaggio non dovrebbe affatto preoccuparsi, vista l’intenzione della “reale” e realistica produzione di “immortalarlo” all’infinito nei suoi logori panni per chissà quanti altri lavori, garantendo senz’altro una pensione d’oro, o meglio un albergo a cinque stelle, all’attore americano che lo interpreta. Lo sfruttamento intensivo delle situazioni facenti parte dell’immaginario piratesco, dall’Isola del Tesoro fino ai vari corsari neri o verdi degli anni 60-70 con sovrappeso di effetti speciali, porta ad una tensione narrativa apparentemente scoppiettante ma in realtà vuota e trita, a causa dell’estrema ripetitività di ogni situazione; penso che qualunque medio spettatore, all’ennesima schermaglia verbale o combattimento iperbolico, avverta un vago senso di soffocamento intellettuale. A peggiorare le cose (oltre all’eccessiva durata, 136 minuti !) la scelta, ormai endemica, di riempire la storia di una miriade di personaggi e sottotrame, contribuendo ulteriormente ad annullare la già precaria omogeneità del tutto. Rimane la piacevolezza di qualche sequenza, tutta la prima fuga di Jack Sparrow dagli inglesi fino all’incontro con le due “guest stars” Judy Dench e Keith Richard, e poco altro.
Caotica.
Insufficiente.
Ripetitivo.
Pinnata.
Serioso.
Ininfluente.
Sufficiente.
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