Regia di Paolo Costella vedi scheda film
Con la regia del semisconosciuto Paolo Costella, riecco Boldi e la sua gang (fra i più assidui compagni di 'cinepanettone': Enzo Salvi, Massimo Ceccherini, Vincenzo Salemme, Nancy Brilli) nelle solite, patetiche disavventure festive di fine anno. Questa volta Boldi è un cuoco: ma potrebbe benissimo essere uno spazzino o un astronauta, tanto impalpabile è la sostanza di cui la trama si compone; il fulcro della sceneggiatura (Costella più Gianluca Bomprezzi ed Edoardo Falcone; per il soggetto ha collaborato anche Boldi) sta tutto nelle risapute gag dei protagonisti: sketch costruiti attorno al nulla per riuscire a terminare con Enzo Salvi strafatto che dice 'Mammia mia, comme sto', o con le consuete umiliazioni sodomite per Boldi, o ancora con Ceccherini che tenta di violentare qualsiasi forma di vita femminile gli si muova nei pressi. Se lo spessore della storia è pari a zero, la recitazione ovviamente è di pari livello: Salemme si salva nel mucchio perchè recita fin troppo teatralmente (meglio un attore sbagliato che un attore negato, d'altronde), mentre di gente come Elisabetta Canalis o Teresa Mannino - inguardabili come qualsiasi mediocrità televisiva estemporaneamente scaraventata sul grande schermo - o delle varie comparsate di individui bizzarri estrapolati dal Grande Fratello o altre sconcezze catodiche simili, tanto vale tacere. No, anzi: per un puro senso estetico maschilista vanno citate senz'altro le megalitiche dotazioni mammellari di Cristina Del Basso, cui spetta una comparsata all'inizio del film; il resto è ciarpame di nessuna qualità. Fra tutti gli aggettivi che possono saltare in mente durante la visione di A Natale mi sposo, forse quello che meglio può qualificarlo è 'penoso': neppure il ribrezzo può fare alcunchè, di fronte alla pena per ciò che si sta vedendo; ma attenzione perchè non è un termine squalificante a tutti gli effetti. Perchè, se i Vanzina sono pericolosi perchè credono di raccontare seriamente l'Italia loro contemporanea, i lavori con protagonista Boldi hanno perlomeno di buono questo: che vivono essenzialmente nella fantasia e non hanno pretese di analisi o peggio ancora critica di costume. 1/10.
Un cuoco milanese ha un chiosco a Roma; grazie a uno stratagemma del figlio adolescente, viene chiamato a organizzare il pranzo di matrimonio di una coppia con non pochi problemi: a risolverli ci penserà proprio il figlio del cuoco.
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