Regia di Paolo Costella vedi scheda film
Vorrei essere il primo a recensire questo film, perché in realtà ho avuto la fortuna di vederlo al di fuori della sala di proiezione. Io e pochi eletti, tra gli addetti ai lavori, abbiamo potuto osservare le difficili fasi del montaggio e delle riprese. Immaginatevi che per la scena della caduta del cameriere nel ristorante Paolo Costella ha fatto rigirare il tutto 36 volte, ogni volta con una zuppa diversa per vedere quale sortiva l'effetto più comico. La scelta delle scene più belle è stata la parte più difficile e sofferta. Non è semplice scegliere tra uno scivolone con caduta su un abete o su un pino. Qualche taglio c'è stato e probabilmente uscirà nella versione integrale in dvd (che vi consiglio di non perdere, c'è anche il backstage con la Canalis in topless), per intanto vi anticipo qualche chicca. Praticamente la trama è la stessa di Natale sul Nilo, però la storia si ambienta in montagna. La grandiosa novità di quest'anno è che ci sarà quella macchietta della Mannino, quella che fa sempre Zelig Off perché quell'altro non glielo fanno presentare, e poi si potranno ammirare le puppe della Canalis ed il culo della De Nardis. Per i palati più fini è stato inserito anche Massimo Ceccherini e in anteprima solo per gli amici di film.tv vi anticipo una sua battuta divertentissima "oh, ma che 'azzo fai? Ma sei grullo davvero allora! Oh, bischero, ma vaffan'ulo. Oh, testa di 'azzo! " e sbem! una sberla a Boldi che si scansa e viene colpito il cameriere. Da riderci per giorni. Ma non voglio anticiparvi altro, godetevelo al cinema, come ogni anno!
Splendida.
Nulla.
Il Kubrick italiano.
Straordinaria. Stare con George Clooney, l'ha trasformata in una brava attrice per proprietà transitiva.
Perfetto, come sempre, la reincarnazione di Tognazzi. Ad un certo punto è uscito dal copione ed ha cominciato a recitare a braccio tra lo stupore generale. Ha infilato due "bestia che roba!" ed un "eh la Madonna", in un crescendo di applausi. Spente le telecamere tutti gli addetti ai lavori si sono alzati e lo hanno applaudito per tre minuti, il regista era in lacrime. Un maestro.
Da Oscar. Speriamo nella candidatura.
Dimenticati i tempi bui dei filmetti con Pieraccioni, passa al cinema impegnato. Voto, 9.
Bravissimo, dopo la canzone "c'è da spostare la macchina, no è un diesel" questo è il suo successo più grande. O era il fratello?
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