Regia di Kenneth Branagh vedi scheda film
Arrogante ed infantile come un bambino, Thor, Dio del tuono, viene bandito da Asgard nientepopodimenoché dal padre Odino proprio il giorno della sua agognata incoronazione. Esiliato sulla Terra con tanto di martello (ma badate bene, incastonato nella roccia come la spada di Artù), mentre nel suo regno il fratello Loki trama alle sue spalle, la nerboruta divinità vichinga s'imbatte in un gruppo di astrofisici e scopre cos'è l'amore ed il sacrificio. Questo giusto in tempo per far ritorno in patria e sistemare qualche conto in sospeso. Non che ci si sia sforzati granché con lo script di questa nuova trasposizione Marvel ma il livello d'intrattenimento è dignitoso e, complice una serie quasi infinita di personaggi secondari, la noia non incombe nonostante il ritmo sia allentato in più di un'occasione. Merito o demerito di Kenneth Branagh che, alle prese con un blockbuster in piena regola, cerca d'arricchire il prodotto alternando la pura azione ricolma di effetti speciali a parti più introspettive in cui rieccheggiano connotati da tragedia Shakespeariana. Il risultato purtroppo difetta d'organicità e non sempre risulta efficace, vuoi per i limiti di un protagonista poco carismatico o per l'inevitabile bisogno di sintesi in fase di produzione, alla fine l'impressione è quella del giocattolone che avrebbe voluto/potuto essere qualcosa di più. In un cast tanto funzionale quanto sacrificato, oltre allo spreco di Natalie Portman, incuriosisce la prova di Tom Hiddleston. Lo rivedremo presto all'opera, del resto "Thor" non è altro che un ulteriore passo filmico verso la meta Avengers.
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