Regia di Kenneth Branagh vedi scheda film
Niente a che fare con il fumetto.
Ottima la presenza fisica di Hemsworth, carina come al solito Natalie Portman, il resto godibile solo per qualche spettacolarità. Peccato che del fumetto Marvel non sia rimasto niente. Io ricordo un dottore, gracile e inoffensivo, che all'occorrenza batteva il bastone a terra, si trasformava nel dio del tuono e il bastone diventava Mjolnir, il martello-boomerang: non ce più traccia da nessuna parte di questa genesi. Tra l'altro mi piacerebbe sapere come mai, in un contesto di dei nordici, il guardiano di Asgard sia Idris Elba, etnia africana, e, in "Thor Ragnarok", la valchiria sia Thessa Thompson, latino-americana. Ho apprezzato moltissimo Elba nella serie TV "Luther", e Thompson in "Westworld", ma qui, ragazzi, non c'entrano proprio. Parliamo di Vichinghi, e parliamo di miti, e di dei: alti, biondi, occhi chiari. Non troverete mai nelle leggende nordiche un africano o un latino, i vichinghi nemmeno conoscevano questi continenti. Ma lasciamo perdere le scemenze woke a cui purtroppo dobbiamo abituarci, anche se, ovviamente, mai e poi mai accadrà il contrario. Per esempio, ne "Il Principe cerca moglie", di Landis, con Eddie Murphy, ci sono solo attori neri: l'inclusione qui non è prevista, e siamo a New-York, città multietnica per eccellenza; però, l'inclusione è prevista nel mondo di Asgard, un contesto di storica purezza della razza nordica, di un'epoca in cui non era nemmeno pensabile accoppiarsi con qualcuno di etnia diversa dalla propria. Forse, l'unico che in futuro conserverà il proprio colore sarà Hulk, che è verde, e quindi già woke.
Ok, dovevo dirle queste cose anche se ora sarò accusato di razzismo, fascismo, ecc. In conclusione, "Thor" si può vedere, senza pensare troppo al fumetto originale, perso per sempre.
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