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Dream Home

Regia di Ho-Cheung Pang vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Dream Home

di alan smithee
8 stelle

Gran horror di Hong Kong, piuttosto recente, furioso e ironico, spiazzante per brutalita' e rappresentazione quasi coreografica di una strage tanto assurda quanto costruita nel tempo, maturata dentro nell'animo di una giovane cresciuta nelle mille ristrettezze di una metropoli spietata e avara di concessioni per chi non sa tenerle testa; opera notevole di un regista (Ho-Cheung Pang) che francamente non conosco, ma che non scordero' tanto facilmente. Si parte dai dati sterili ma inquietanti di un sondaggio secondo il quale nel 2007, col passaggio di H.K. alla Cina, a fronte di un guadagno medio mensile della popolazione di poco più di 10 mila dollari di HK pro-capite - pur aumentato dell' 1% rispetto ai tempi dell'indipendenza - il costo degli immobili nella metropoli subisce un impennata di oltre il 15% e gli appartamenti arrivano a costare oltre 7 mila dollari a mq: "in una citta' cosi' folle per sopravvivere bisogna diventare ancora piu' folli", recita la didascalia poco prima che il folle racconto prenda inizio. Una giovane impiegata, che per raccimolare denaro e' costretta a due mansioni part time, rifugge ogni tentazione di svago e lusso per raccimolare quel tanto che basta per poter accedere ad un mutuo bancario che le consenta di acquistarsi una casa decorosa con vista sul mare. Questo ardente desiderio e' il frutto di una infanzia di privazioni vissuta in un monolocale con due genitori poveri ma laboriosi, ai quali la ragazza ha sognato fin da giovane di poter donare una abitazione signorile e dignitosa. Ma prima la scomparsa della madre, poi l'aggravarsi delle condizioni del padre senza che questo possa essere assistito dalla copertura assicurativa a causa di una omissione di comunicazioni sulle reali condizioni del vecchio, spingono via via la ragazza - esasperata dall'aumento continuo del prezzo degli immobili che le impedisce di concludere una trattativa sull'appartamento che piu' la attira - ad  escogitare un piano sadico e violento per assicurarsi l'immobile ad un prezzo incredibilmente piu' conveniente. Un prezzo stracciato che costa tuttavia la vita a ben 11 persone e l'anima a 12 (tra le vittime c'e' pure un feto). La giovane infatti decide di sterminare i componenti dapprima dell'abitazione vicina a quella prescelta, poi pure quelli proprio accanto, in modo da far crollare le richieste e quindi i prezzi, dopo che i padroni di casa continuano ad aumentare le richieste di vendita. Esasperazione, follia per una tara mentale che dall'infanzia e' divenuta una vera e propria ossessione: una strage narrata con una efficacia a dir poco sorprendente, sorretta dall'utilizzo di effetti speciali efficacissimi senza essere particolarmente rivoluzionari (in stile Miike per intenderci), una narrazione che procede in un disordine accurato di intervalli di tempo, che intrecciano il presente con il passato, la maturazione della follia assassina con l'esplosione della violenza senza freni di una belva ferita nell' intento di vita che ormai e' una folle ed esclusiva ragione di vita. E quando tutto si mette per il meglio per la nostra esaurita e pure bella protagonista, ecco che la vita ci sorprende con un nuovo imprevisto: la casa dei sogni, quella che ha giustificato il sacrificio violento, doloroso e gratuito di svariate esistenze senza colpa, si rivela piu' piccola ed inefficiente del previsto, mentre la crisi immobiliare americana comincia ad estendersi a macchia d'olio in tutto il mondo, pregiudicando l'affare di una vita, quello che comunque ti leghera' per un trentennio al pagamento di una rata pesante e anche troppo impegnativa da sostenere. Gran film, tra tensione e suspence, tra splatter esagerato e realismo impressionante per crudezza e sadismo.

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