Regia di Tetsuya Nakashima vedi scheda film
Ogni tanto ci vuole un film così. Un film che non è un capolavoro ma quasi, intendo. Un film che è un pugno nello stomaco, ma forse meglio un ariete nello stomaco. Un film che in Europa non si avrebbe forse più il coraggio di fare (in USA, peggio), e in Italia sarebbe ancora più raro. Il film è tratto da un libro; narra ….mah, narra tante cose, varie storie, spesso con il loro titolo iniziale, durante il film. La storia prende avvio da una maestra che annuncia alla sua classe media che si ritirerà, anche se giovane. Non sopporta che sua figlia piccolina sia stata uccisa, e accusa di ciò due ragazzi della classe, che essendo 13enni, non possono essere né processati né condannati. E allora lei si vendica, a modo suo. Film che entra in pieno nella vita giapponese, che dà forse la sua interpretazione dei vari suicidi giovanili nel Paese, e che descrive perfettamente, definitivamente, il senso di questi ragazzi (alcuni di loro, chiaro), il loro totale disinteresse per la vita, sia la loro che quella degli altri. La regia, di tale Nakashima, che non conoscevo, è fantastica. Ma tutto in questo film è di altissimo livello, dalla storia e relativa sceneggiatura, alle musiche, alla fotografia, alle interpretazioni superbe. E scatta il 9. Da notare che ha vinto un paio di premi al Far East Festival di Udine. Per essere un film d’essai, ha pure incassato parecchio. Consigliatissimo, ma occhio, pesta duro.
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