Regia di Tetsuya Nakashima vedi scheda film
L'ennesimo film asiatico a riproporre, in una nuova (e alquanto assurda) variante, il tema della vendetta. Il risultato è un'accozzaglia estremamente estetizzante di situazioni che in più di un'occasione superano il limite del credibile, per sfondare il muro dell'insostenibile e del ridicolo. Questo perchè non si può pensare di riuscire ad essere credibili mettendo in scena dei bambini che compiono gesti che mai e poi mai potrebbero fare (si parla di bambini tra gli 11 ed i 13 anni), come ad esempio torture, omicidi, ricatti, atti terroristici con tanto di costruzione artigianale di bombe (avete letto bene!). Bambini con pesanti turbe psichiche che continuano a vessare i genitori per anni senza che quest'ultimi li facciano visitare da un bravo psichiatra. Insomma, bastano veramente pochi minuti a far perdere qualsiasi credibilità alla storia narrata, e di conseguenza cala anche l'interesse dello spettatore. E pensare che l'inizio, quasi sperimentale, potrebbe far ben sperare. La durata è eccessiva, alcune scene dilatatissime causa un pesantissimo abuso di slow motion (accompagnate dalla musica dei Radiohead, alcune immagini sembrano comporre un perfetto videoclip per Mtv). Ma il problema estetico principale non sta tanto nella laccatura delle immagini ed in questi slow motion; ultimamente si sono visti film in cui le immagini da sole riusciavano a far vivere allo spettatore una vera e propria esperienza estetica. Cosa che non accade in "Confessions", perchè l'estetica non trova giustificazione nella narrazione ed appesantisce la struttura del film, già abbastanza complesso (flashback, flashforward, visioni oniriche, narrazioni in voice over di più personaggi che raccontano le proprie "confessioni"). Il tutto si traduce in un film che non racconta assolutamente nulla di nuovo (lo schema e la modalità della vendetta ricordano da vicino altri film, mi viene in mente lo splendido I Saw The Devil), e lo racconta nel modo sbagliato, sciorinando con ostentazione virtuosismi tecnici e visivi che non fanno comunque gridare al miracolo. Questi infiniti ghirigori conducono a finali multipli in cui pare di annegare tanto sono asfissianti, la tensione sale (grazie anche ad un uso massiccio di musiche molto evocative) e si crede di essere vicini alla svolta finale ma non è così, perchè il film fa un passo indetro e ricomincia a preparare un ulteriore finale; 2 ore infinite. Alcune scene, o meglio alcune immagini, se prese da sole sono anche potenti e fotograficamente molto interessanti, ma non vanno a comporre un quadro d'insieme funzionale al racconto. Regia buona ma mascherata da una fotografia troppo invadente (e che ne appesantisce la visione). Musiche sempre presenti, decisamente troppo. Esagerato in tutti i sensi.
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