Regia di Tetsuya Nakashima vedi scheda film
Dopo tre anni dalla realizzazione arriva finalmente in sala Confessions, l'ultima opera di Tetsuya Nakashima, regista giapponese amatissimo in patria e acclamato come un genio. Michael Mann lo considera un isola d’oro di idee geniali cinefile. Non conosco altro che tale film…
La pellicola ha ricevuto vari premi in giro per il mondo, inclusa una nomination nella rosa di nove titoli candidati agli Oscar come miglior film straniero. Prima del 2010 il cineasta era conosciuto principalmente per due opere delicate ma sostanzialmente descrizioni del peculiare universo femminile nipponico. Con quest'ultima pellicola Nakashima ha invece realizzato il suo film più cupo, gelido; un thriller con colpi di scena perfettamente calibrati quasi fossero gli ingranaggi di un congegno a orologeria. La protagonista di Confessions è Moriguchi, un'insegnante delle superiori che durante l'ultimo giorno di scuola riesce finalmente a interrompere il disordine e il baccano che è solita affrontare quotidianamente, tra il disinteresse più totale e il disprezzo dei suoi alunni. Lo fa con un discorso d'addio apparentemente pacato e tranquillo, ma che nasconde un segreto e un intento terribile: la donna rivela infatti che tempo fa sua figlia è stata ritrovata morta nella piscina dell'istituto, riversa a faccia in giù. La polizia ha archiviato il decesso come un incidente, ma Moriguchi attraverso delle indagini personali ha scoperto trattarsi di un omicidio: i colpevoli si trovano proprio tra i presenti in classe e la vendetta architettata dalla professoressa sarà implacabile e glaciale e non risparmierà nessuno. Difficile capire la cultura giapponese della vendetta in questo senso, per cui più di uno spettatore è uscito prima della fine del film.
Ad ogni modo quello che apparentemente potrebbe sembrare un thriller come tanti altri è in realtà un duro atto di accusa nei confronti dell'istituzione scolastica giapponese, nonché una presa di posizione senza compromessi sulla distanza generazionale forse incolmabile che separa adulti e adolescenti nella società del Sol Levante ma credo forse in tutto il mondo "civilizzato": basta leggere un qualsiasi quotidiano no? Inquietante.
La cifra stilistica è eccezionale ma l'andamento registico è di difficile assimilazione per un pubblico non abituato al cinema nipponico. Io l’ho comunque trovato molto elevato artisticamente, molto curato e significativo.
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capisco quello che dici riguardo certi modi di filmare o fare film. anche a me capita di vedere film per me di difficile assimilazione.
capisco quello che dici riguardo certi modi di filmare o fare film. anche a me capita di vedere film per me di difficile assimilazione.
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