Regia di Srdan Spasojevic vedi scheda film
C'era una volta l'industria del porno, più che un'industria diciamo una grossa casa di produzione dagli orizzonti (e dal mercato) comunque limitati. Intendiamoci, c'era già maltrattamento e violenza se è vero, come probabilmente è, che già Selen abbia avuto a lamentarsi dei "metodi" propri dell'ambiente e degli sgarbi subiti fuori e dentro il set. Un ambiente se non necessariamente malavitoso nemmeno troppo pulito. C'era una volta ma poi arrivò Internet e qualcosa nel mercato della pornografia cambiò. Richieste latenti divennero palesi sotto la spinta dell'anonimato, il piccolo mercato sommerso delle schifezze (coprofagi, pedofili ed altre pratiche di sport estremo) divenne un grosso mercato emergente, portando agli estremi visibili sotto gli occhi di tutti. Attrici costrette (probabilmente sotto effetti di droga) ad autentiche torture con colleghi sotto effetto di Viagra, ragazzette e ragazzini in ogni posa e altre nefandezze che vanno oltre ogni possibile orrore. A serbian film è tutto questo, il punto dove siamo arrivati e quello che non osiamo immaginare possa affacciarsi nei futuri scenari se non già in quelli presenti. Ma non lo fa per metafore o sottintesi, lo fa con la potenza bestiale delle immagini e non c'è "vietato ai minori" che tenga perché qui chiunque può restare traumatizzato. Il coraggio di raccontare tutto questo con piglio quasi documentaristico, nascondendosi dietro l'alibi dell'espressione artistica, è comunque da premiare. Il limite della decenza e della morale però viene abbondantemente valicato, questo è un film porno con forti picchi di violenza e nulla viene lasciato all'immaginazione.
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