Regia di Satyajit Ray vedi scheda film
FESTA DEL CINEMA DI ROMA 15 - RETROSPETTIVA SATYAJIT RAY
La bella moglie e madre Anila, riceve un bel giorno la lettera di un lontano zio giramondo, nonché ultimo parente rimastole in vita, che le annuncia un ritorno in città, ed in qualche modo si invita a trascorrere una settimana nella bella casa della donna.
Di fronte a questa comunicazione, la donna appare incuriosita nel rivedere quello stravagante parente sparito da decenni, mentre il marito, un agiato funzionario di banca, appare piuttosto diffidente, temendo che l'individuo nasconda fini disonesti, come quello di accaparrarsi una eredità rimasta fino a quel momento indivisa. Il figlio della coppia, invece, appare davvero incuriosito dalla figura di quel suo zio girovago, e non vede l'ora di poterlo conoscere.
Dopo una prima giornata trascorsa in modo civile, il sopraggiungere in casa di un diffidente e scaltro amico di famiglia, che non fa che incalzare l'invitato affinché sveli i suoi reali motivi di visita, ecco che lo zio, offeso ed indignato, abbandona la casa per andare a visitare un luogo sacro in una zona periferica. Mortificata, la nipote lo raggiunge assieme alla sua famiglia, ed i quattro fanno in tempo a riconciliarsi.
Con l'occasione lo zio dimostrerà ampiamente di non nutrire alcun interesse economico in quella sua visita di pura cortesi, rinunciando senza indugi alla sua quota ereditaria, in favore della dolce nipote.
Satyajit Ray, impegnato qui nel suo ultimo film della sua straordinaria carriera di regista, approfitta del confronto tra due e più generazioni differenti, per fornirci un quadro straordinario e lucido del pensiero più lungimirante e illuminato che guida l'uomo che ha saputo trarre vantaggio dalle esperienze di vita e di conoscenza delle varie culture, per aprirsi e divenire ricettivo e illuminato verso la cultura e la ragione, le scienze e ogni altra disciplina che si basi su idee ed intuizioni raziocinanti e misurate.
Ne scaturisce un film appassionante e toccante, in cui i vari personaggi compiono un percorso di maturazione che ce li conduce ad un livello di saggezza e tolleranza da esseri illuminati e superiori.
Un modo perfetto per congedarsi da un'arte in cui l'autore ha saputo, meglio di tanti altri illustri colleghi, trarre la più lucida e trasparente capacità di esprimere sentimenti e valori che sono alla base di tanta e troppa ingiustizia ed iniquità che stravolge ogni periodo storico contrassegnato dall'esistenza della civiltà umana sul pianeta.
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