Regia di Ethan Coen, Joel Coen vedi scheda film
Ammiro molto i Coen e la loro capacità di riscrivere i generi cinematografici in cui si cimentano ed ho molto ammirato un western atipico come Non è un paese per vecchi che per me è uno dei loro migliori film( e la concorrenza è spietata).
Il Grinta conferma la tendenza già manifestata in Ladykillers, altro remake della loro carriera: i Coen sembrano come bloccati alla deferenza e al rispetto per il film originale,sono insomma molto più bravi a improvvisare sul proprio spartito che non su quello degli altri.
Il Grinta ha l'impronta tipica dello stile registico del duo: più che un remake è una rilettura del romanzo da cui era tratto anche il film di Hathaway ma se proprio volessimo confrontare i due film la differenza sostanziale è che in uno c'è John Wayne e nell'altro no.
Banale, no?
Il vecchio duca in una delle sue migliori interpretazioni della fase autunnale della sua carriera illumina da par suo un film che non si distingueva certo per particolari arguzie registiche o di copione.
Anche perchè il film di Hathaway, peraltro regista da me molto apprezzato, non era un film memorabile e senza la presenza di Wayne sarebbe stato veramente ben poca cosa.
Nel film dei Coen abbiamo Bridges che cerca di rifare Wayne con tecnica, partecipazione e tutto quello che volete.
Ma NON è John Wayne.
E soprattutto non è il protagonista di questo film.
Assieme a Matt Damon fa da spalla a una ragazzina di quattordici anni che parla come un senatore e che minaccia di fare cause a chiunque( e ci sarà una ragione per cui negli USA ci sono più avvocati che potenziali clienti?).
E quasi ti trovi a parteggiare per Matt Damon che la sculaccia e che col frustino le scalda le terga e forse non dispiace nemmeno che Josh Brolin ( villain relegato in ruolo marginale) che per zittirla le molli una pigna in faccia .
Hailee Steinfeld è bravissima, aveva veramente 14 anni quando ha recitato in questo film e stupisce la sua padronanza scenica.
Ma il suo è un personaggio decisamente irritante.
La regia dei Coen è impreziosita da continui rimandi cinefili ma il film a mio parere difetta nella costruzione dei personaggi: è raro trovare un western in cui ci sia un personaggio femminile così forte che domina in maniera incontrastata su due personaggi maschili che si contrappongono a lei perchè racchiudono tutte le caratteristiche negative che la ragazzina disprezza.
Sono infantili, cialtroni ma a lei interessa solo che siano spietati per compiere la sua vendetta e per questo li comanda a bacchetta.
Forse un pò troppo per una quattordicenne so-tutto-io che da sola fronteggia il mondo che incombe su di lei.
Il Grinta è storia di vendetta e viaggio di formazione, un western dalle tonalità spettrali in cui il mito della frontiera viene demolito sistematicamente.
I Coen volevano fare un western "moderno" utilizzando solo ingredienti "classici": grandi spazi, cowboys imbolsiti ed invecchiati, cavalli lanciati al galoppo fino allo sfinimento, duelli all'ultimo sangue.
Il Grinta è invece un esercizio calligrafico con attori ottimi, una fotografia di pregio ad opera di Roger Deakins e le immancabili stravaganze che sono ormai il loro trademark.
Un esercizio simile a quello che fece Jarmusch con Dead Man, western naif che mi è sembrato di scorgere tra le pieghe di questa ultima fatica coeniana.
Bellissimo l'epilogo,unica concessione che viene fatta alla sostanza in un film che sembra solo orientato alla forma.
la loro impronta c'è tutta
la loro impronta c'è tutta
personaggio di contorno
villain relegato a poche scene
cerca di rifare Wayne,è bravo ma non è John Wayne
quasi irriconoscibile,anche per lui personaggio usa e getta
piccolo mostro insopportabile,la ragazzina ha talento.
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