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Il dilemma

Regia di Ron Howard vedi scheda film

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La recensione su Il dilemma

di Furetto60
5 stelle

Tra commedia e riflessione sociologica. Così, così.

Ronny Valentine alias Vince Vaughne Nick Brannen alias Kevin James, amici da sempre, gestiscono insieme una piccola azienda di design automobilistico. Ronny esperto meccanico, si occupa della parte operativa, mentre Nick mago del marketing, si dedica alle pubbliche relazioni, uno inventa, l'altro promuove e stanno lavorando congiuntamente al progetto ambizioso, di un'auto all’avanguardia ad energia alternativa che, potrebbe consentire alla loro azienda, un vantaggioso contratto con la Dodge e quindi un bel balzo professionale ed economico in avanti. Ronny dopo trascorsi da donnaiolo, sta vivendo adesso una relazione abbastanza stabile con Beth, la Jennifer Connelly. Nick invece è sposato da tempo con Geneva, alias Winona Ryder. Un giorno, Ronny per caso intravede Geneva intrattenersi in atteggiamenti intimi, con un aitante giovanotto di nome Zip. Da qui nasce l’amletico dilemma: rivelare il misfatto al malcapitato, oppure convincere la fedifraga a rientrare nei ranghi e tacere sul tradimento. Nel goffo tentativo di prendere tempo e rimettere a posto la situazione Ronny, indeciso e reticente, cincischia maldestramente, dibattendosi in grottesche situazioni e con il suo comportamento sempre più equivoco e ambiguo, innesca una girandola di incidenti, si prende anche una sonora bastonata da Zip, combina una serie di guai, finendo col compromettere i rapporti di amici e parenti, mettendo a soqquadro le loro esistenze e svelando un universo di bugie, su cui comunque si reggeva in equilibrio la situazione. Leggo giudizi molto discordi. Personalmente non mi ha entusiasmato questa fatica cinematografica di Ron Howard, regista decisamente discontinuo, che mi pare sia rimasto a metà del guado, imbocca la strada della commedia, senza peraltro suscitare ilarità e al contempo la connota di un tratto “impegnato” coltivando la velleità, di bacchettare e fustigare le consuetudini, della perbenista e ipocrita middle class americana, ma anche qui resta al palo, non riesce a graffiare. Insomma poca cosa, buona però l’interpretazione dei protagonisti maschili.

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