Regia di Scott Charles Stewart vedi scheda film
Solo nominalmente tratto dall’omonimo fumetto di Hyung Min-woo, Priest. Il prete 3D di Scott Charles Stewart è, secondo il regista, ispirato nientemeno che a Sentieri selvaggi con i vampiri al posto dei Comanche. In effetti il protagonista è un cacciatore solitario con una nipote rapita da salvare, ma più che a John Ford si guarda allo spaghetti western, in particolare nel villain con cappello da pistolero. Stewart, come già in Legion, sceglie come protagonista Paul Bettany, ma questa volta lo scenario apocalittico non convince. Priest è ambientato in un mondo a metà tra Mad Max, Underworld e Blade Runner, dove le città si chiamano Cathedral City e Jericho, gli umani e i vampiri si sono ammazzati per secoli e a fare la differenza, in una guerra globale, sono assurdamente una manciata di superpreti ninja. Ne viene un polpettone western, horror, fantascientifico tutto azione, tra tane di vampiri e assalti al treno, dove si mantiene un certo spirito da serie B nonostante il budget da 60 milioni di dollari, la computer graphic e un 3D postprodotto. Del B movie latita però l’ironia e se Bettany, Urban e Maggie Q riescono a farsi prendere sul serio, lo stesso non si può dire del belloccio Cam Gigandet, peso morto di un film che ha anche la colpa di sprecare Brad Dourif e Christopher Plummer. Il finale fa pensare all’inizio di una serie, ma il flop americano fortuna-tamante lo esclude.
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