Regia di D.J. Caruso vedi scheda film
Dopo Shia LeBeouf, nel promettente ma poco riuscito Disturbia, D.J. Caruso prosegue nella sua collezione di Transformers facendosi produrre da Michael Bay. Il ragazzo ha ammiratori importanti, se è vero che già Spielberg aveva puntato su di lui. Ha stile e brio, di sicuro, e anche una sfrontatezza visiva interessante, ma l’impressione che sia tanto, troppo fumo e poco arrosto non è arginata neanche da questo Sono il numero quattro. Thriller fantascientifico tratto da uno dei sei libri della saga di Pittacus Lore - pseudonimo della coppia James Frey e Jobie Hughes, tanto efficaci da far sembrare innovativo un immaginario “usato sicuro” - sembra un prodotto perfetto per il giovane cineasta. E per una buona mezz’ora quasi ci caschi. Almeno fino a quando Alex Pettyfer e Dianna Agron (già vista nella serie Tv Glee) ci convincono con la loro recitazione irritante (meglio, ma di poco, l’angelo custode Timothy Olyphant) che Caruso ci stia propinando una versione di Dawson’s Creek andata a male con un plot sentimentale, e non solo, alla Smallville. Il tutto solo per sfogarsi in un greatest hits degli effetti speciali più (o meno) scontati degli ultimi anni. Il numero 4 Pettyfer, stirpe non umana e con poteri straordinari quanto la sua fissità espressiva, non ci appassiona. Anzi, speriamo che faccia la fine dei primi tre.
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