Regia di D.J. Caruso vedi scheda film
Si può tranquillamente dire che questo film sia l’ennesimo tentativo di trovare un erede di “Twilight” andato a vuoto e la lista si sta facendo sempre più sterminata, un po’ perché tutti ci provano, un po’ perchè il pubblico non sembra voler premiare più nessuno.
Ovviamente non parlo di livello tecnico, che in questo caso è globalmente superiore alla sag(hett)a di vampiri amorosi (ma inferiore al primo dell’altra serie a mio avviso), ma a livello di risultati economici che non hanno premiato un prodotto che presenta grossi limiti e poche cose interessanti che comunque guardano altrove rispetto ai risvolti che il popolo dei teenager sembra gradire ormai maggiormente.
John Smith (Alex Pettyfer) è il falso nome di un adolescente che viene da un altro pianeta e che sulla Terra vorrebbe potersi godere la sua vita, mentre una stirpe di nemici punta a distruggerlo così come tutti i suoi pochi simuli rappresentati da un numero.
Lui è il numero quattro, i primi tre sono stati eliminati, la caccia a lui ormai è aperta, intanto il giovane s’innamora mettendo così in pericolo anche la sua bella.
Tra le righe il film presenterebbe qualche risvolto non male, ma fin quasi da subito tutto pare appiattirsi sui soliti binari alquanto dozzinali.
Così per buona parte del film c’è poco di interessante da registrare, la confezione è patinata, la storia sa di già visto e gli aspetti migliori, come la volontà di un giovane di vivere una vita semplicemente normale, vengono rappresentati senza alcun approfondimento, giusto per mantenere il tutto il più leggero possibile.
Ma così anche lo spettacolo risulta inevitabilmente vuoto, e a tratti anche superfluo (oltre che risaputo), anche perché di altri ancoraggi all’orizzonte non se ne vedono proprio.
Fortunatamente la parte finale cambia tenore, intendiamoci niente che sia fuori dagli schemi più ovvi, ma almeno la modalità “scateniamo l’inferno” fornisce un po’ di azione ed effetti speciali di discreta fattura (più l’entrata in scena, fin troppo tardiva, di una “cazzuta” Teresa Palmer alias numero sei).
Rimane comunque un po’ poco nel complesso, ed anche il finale aperto al seguito che difficilmente vedremo, finisce, anche per questo motivo, con lo stridere ancora di più.
Incompiuto.
Si presta alla causa senza una gran partecipazione.
Regia che trova qualche sbocco interessante solo nell'ultima parte.
Carina e poco altro, va detto che il conteto non l'aiuta di certo.
Troppo squadrato, non lascia un gran ricordo di se in una parte tutt'altro che memorabile.
Al limite passabile.
Come protagonista assoluto della scena arranca dall'inizio alla fine.
C'è troppo poco carisma nelle sue corde.
Illuminante quando entra in scena nel finale con "sana" cattiveria e decisione.
Discreta.
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