Regia di Ricky Tognazzi vedi scheda film
Ricky Tognazzi quello che (di buono) poteva dare al cinema italiano l’ha già dato, e pure da tempo (“Ultrà”, “La scorta” e “Vite strozzate” sono tutti film con il loro significato), e questo dramma contemporaneo non fa altro che confermare il fatto che il suo talento sia ormai completamente sbiadito.
Diego (Alessandro Gassman) conosce Walid (Amr Waked) con il quale condivide i problemi di salute dei loro piccoli bambini.
Passando sempre più tempo con lui, tenendo all’oscuro di tutto anche sua moglie (Ksenia Rappoport), finisce coinvolto in un intrigo del quale Walid sembra essere il fulcro.
Diego proverà in tutti i modi, rischiando in prima persona, a capire cosa ci sia dietro a tutto.
Un dramma che soprattutto nella prima parte ispira alcune buone sensazioni, ma che più procede e più vede fosche nubi di dubbi addensarsi sull’operato.
Sicuramente è interessante il legame tra Diego e Walid, uomini divisi da culture molto diverse (il fatto che poi dietro ci sia la Siria in tempi non sospetti è un altro punto a favore) ed uniti dalle gravi malattie dei loro figlioletti, altrettanto sicuramente però molte azioni appaiono come minimo avventate (penso per esempio alla prima fuga al buio di Diego su invito di Walid).
Ma soprattutto è tutta la seconda parte ad essere terribilmente confusionaria, quasi caotica, tanti personaggi entrano in scena, ma pochi sono in definitiva utili alla causa.
Una gestione quindi poco omogenea, e quindi anche poco efficace, per un discreto trattamento di un ampio spettro di sentimenti ed uno mediocre del resto.
Purtroppo poi in casi come questo rimangono in memoria soprattutto i frammenti finali e questo conduce ad un giudizio refrattario.
Un’occasione quindi più che altro sprecata (il film è tratto dal romanzo di Giancarlo De Cataldo che cura in gruppo anche la sceneggiatura) che lascia l’amaro in bocca perché il potenziale c’è e si (intra)vede anche in più occasioni.
Disordinato.
Non riesce a far emergere al meglio tutte le potenzialità della storia, soprattutto nella seconda parte fatica tremendamente a tenere le redini della situazione.
Piuttosto spigliato, forse anche un pò troppo.
Sufficiente.
La profusione dell'impegno c'è, ma quando la storia sbanda non può che seguirla sulla via sbagliata.
Intermittente.
Piccola parte che non le offre grandi soddisfazioni.
Anche lei non può fare i miracoli, tanto più che per buona parte del film rimane di fatto in disparte.
Sufficiente.
Nei panni di una figura ambigua che richiama ruoli che interpretava in carriera prima di darsi alla commedia.
Tutto sommato adeguato (nel piccolo suo e del ruolo).
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