Regia di Ricky Tognazzi vedi scheda film
Ho letto anni fa il libro di De Cataldo da cui è stato tratto questo film, l'ho molto amato, e prestato e regalato, e l'ho riletto di recente, e per una volta libro e film, pur nelle lievi e inevitabili differenze, si integrano perfettamente. E' la storia di un quasi innamoramento fra due uomini: avvicinati dalla crudelissima infermità dei loro figli, in pochi mesi il loro rapporto diventa molto di più di solidarietà e amicizia, è una dedizione totale.
Walid è vedovo, padre amoroso e tenerissimo; il suo bimbo non ha nessuna speranza di miglioramento e lui non gli fa mai mancare un sorriso, un abbraccio, una coccola. Diego è molto freddo con suo figlio, quasi se ne vergogna, lo sopporta, lo vede come un insormontabile ostacolo nella sua vita matrimoniale perché è lui che dorme nel lettone, lui che fa la doccia fra le braccia della sua bellissima mamma.
E pian piano lo Straniero insegna a Diego ad essere Padre, lo mette con gentilezza di fronte alla realtà, lo costringe a non scappare, a non delegare, a prendersi cura del suo bambino, ad amarlo così com'è. Ad essere un Padre migliore ed un marito migliore. E insieme piangono, come forse non avevano mai fatto. Contemporaneamente Walid introduce Diego in un mondo dove è lui lo Straniero, dove si parlano lingue sconosciute e si seguono riti sociali nuovi e a volte incomprensibili, popolato da donne bellissime e tipi loschi, jet privati e tanti, tanti soldi.
E quando Walid sparisce Diego si mette a cercarlo, perché è suo amico: non conosce il suo cognome, non sa nemmeno dove abita, ma il loro legame è ormai così forte che nessuno lo può fermare. Anche quando un viscido ufficiale dei Servizi Segreti si mette di mezzo, Diego, pur picchiato e minacciato, caparbiamente continua nella sua missione di ritrovare l' "altro padre" di suo figlio.
Regia dalla mano leggera, giocata sugli sguardi e sulla finezza dei particolari, si affida alla professionalità di un gruppo di attori capaci e affiatati. Ben scelte le location, dagli interni piccolo borghesi all'abbacinante fascino del deserto roccioso.
Uno dei più noti attori egiziani, riesce a mettere il suo fascino sottile al servizio di un personaggio non esente da stereotipi, ma nell'insieme ben riuscito.
Riesce a gestire bene la sua altrove prorompente fisicità ed è perfettamente a suo agio nel ruolo dell'uomo qualunque finito in un gioco più grande lui.
A lungo sottostimato, si rivela ancora una volta uno dei migliori attori italiani.
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