Regia di Laís Bodanzky vedi scheda film
Mano ha quindici anni, non è il massimo della popolarità nella sua scuola e ha più o meno tutti i problemi dei ragazzi della sua età. Soffre di un amore non corrisposto, prende lezioni di chitarra da un maestro più sbalestrato di lui, ama stare con la sua migliore amica per confidarsi, ha un fratello ribelle per partito preso e tutti sogni nel cassetto di un quindicenne normale .Inoltre i genitori si sono appena separati e il padre ha svelato la sua omosessualità.
Non sono molto esperto di cinema brasiliano ma credo che sia la prima volta che mi capita di vedere qualcosa proveniente dal Brasile che abbia tematiche "light" legate all'adolescenza e a quel momento di passaggio all'età adulta che quando lo stai vivendo sembra di essere all'inferno.Quando poi a distanza di anni ci ripensi allora scatta una cocente nostalgia.
Le migliori cose del mondo , che arriva sui nostri schermi con "soli " due anni di ritardo ( fu presentato nella sezione Alice nelle città al Festival Internazionale del Film di Roma nel 2010 ) è un ritratto moderno e credibile di questo periodo della vita di ognuno.
Mano è un tipo assolutamente normale, non è un nerd, non è un figo, rappresenta alla perfezione quel 99 % della popolazione scolastica abituato a fare da tappezzeria. Eppure proprio per questo è un personaggio vincente che ispira simpatia sin da subito come del resto questo film in cui forse si riderà poco ma si rimane sempre con il sorriso a increspare le labbra proprio perchè sembra di riguardare se stessi quando si aveva la stessa età dei protagonisti in campo.
Oltre a ispirare simpatia è un film anche che fa incazzare e non poco: possibile che nel fare questo genere di cinema debba arrivare una regista paulista a lavarci la faccia? Mentre lei dipinge un ritratto realistico della confusione che regna nella testa dei quindicenni, i nostri registi non possono fare a meno di parlare del solito bimbominkia di turno, credibile come una banconota da sette euro.
Non sto scherzando, Le migliori cose del mondo non è assolutamente un capolavoro ma dovrebbe essere guardato con attenzione dai sedicenti registi italiani che vogliono parlare di certi argomenti ( vero Moccia?).
Interessante la mescolanza tra i vari mezzi di espressione e comunicazione vecchi e nuovi ( dal diario al blog).
Un'altra cosa che lo rende particolarmente piacevole è quell'aria un po' anni '80 che rimanda direttamente a Il tempo delle mele. Però se nel film francese il tormentone era Reality del carneade Richard Sanderson ( l'ideale però per ballare appiccicati come cozze allo scoglio) qui la canzone che più volte ricorre è addirittura Something dei Beatles . Insomma un altro livello.
L'appunto che si può fare a Le migliori cose del mondo è che forse affronta troppe tematiche in un colpo solo , mette troppa carne al fuoco.Si parla di percorsi di formazione, di omosessualità, di discriminazione, di quanto è aleatorio il concetto di privacy nell'era del web , di pene d'amore che portano addirittura a un tentativo di suicidio( la svolta drammatica del film che però viene risolta in modo abbastanza sbrigativo).
E'inevitabile che per parlare di tutte queste cose in 100 minuti di film si debba per forza sacrificare qualcosa in profondità.
Ma a volte non è male vedere un cinema in cui i neuroni lavorano al minimo sindacale.
Le migliori cose del mondo in questo senso è una visione altamente consigliata nonostante i suoi difettucci sparsi qua e là...
(bradipofilms.blogspot.it)
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