Regia di Hans Van Nuffel vedi scheda film
Respiro. Ossigeno. I titoli fiammingo e francese di questo film belga alludono ai sintomi e alla cura di una terribile malattia genetica, da cui sono affetti i quattro protagonisti della storia. Si chiama mucoviscidosi (o fibrosi cistica) e si manifesta con un accumulo di secrezioni dense nelle vie aeree, con conseguente progressiva compromissione del funzionamento di bronchi e polmoni. Il decorso è funesto, l’unica terapia risolutiva è il trapianto. Tom, suo fratello maggiore Lucas, il suo amico Xavier e la sua fidanzata Anneleen sanno, da sempre, di avere soltanto pochi anni davanti a sé. Il tempo stringe, ma loro sono in fondo troppo giovani per poter conoscere il modo giusto per impiegare ciò che resta loro da vivere. Si può correre o restare fermi ad aspettare. Si può cercare di sfidare la morte, oppure rassegnarsi alla sua imminenza, che rende tutto vano. Intanto, però, è naturalmente necessario ritagliare il giusto spazio ai sogni, alla spensieratezza, alla voglia di cogliere l’attimo per il semplice gusto di sperimentare il brivido e la gioia. Il male si può sfidare a viso aperto, come fa Xavier, che si immerge con le bombole e pratica il triathlon. Oppure lo si può sbattere fuori dalla porta, come fa Tom, che è restio ad andare a trovare Lucas, il quale si trova nello stadio terminale del male e si muove tra il letto e la sedia a rotelle. Il finale insegnerà che ogni scelta costa ugualmente cara, sia che si decida di combattere, sia che si preferisca rifugiarsi nella negazione. A Tom piace frequentare ragazzi normali, che si comportano con l’incoscienza dei vent’anni; Jimmy, ad esempio, è un piccolo delinquente, nella cui avventatezza si può soffocare il pensiero del declino e della fine. Perfino lasciarsi trascinare nel mondo dello spaccio di stupefacenti può essere un modo per illudersi che, nel futuro prossimo, non ci sia niente e nessuno a cui dover rendere conto delle proprie azioni. È come firmare una cambiale senza scadenza, con l’intento di prolungare i propri giorni all’infinito. Anche concepire un figlio è un’iniziativa protesa verso un’eternità solo immaginaria, che però, forse, è talmente potente da riuscire a vincere l’inevitabile. Anneleen ci crede, e ci prova, benché ciò comporti intraprendere una fugace relazione con uno sconosciuto, selezionato solo perché bello, robusto e in ottima salute. Lei, insieme ai suoi compagni di sventura, vorrebbe essere altrove, a progettare concretamente un’esistenza possibile, anziché restare legata a doppio filo alle indagini cliniche, ai medicinali, a quell’apparato che scandisce il tempo con il ticchettio di valori numerici sempre più bassi, sempre più vicini allo zero. Ma la strada meno praticabile è proprio quella della fuga: Xavier sviene allenandosi per la corsa, Tom si concede un weekend fuori città che si concluderà tragicamente, Anneleen abbandona un uomo al quale dovrà inesorabilmente ricongiungersi. La via che va avanti è sbarrata, si può soltanto invertire il senso di marcia, e tornare indietro. Si è obbligati a rimediare alle sciocchezze commesse per un eccesso di fiducia in un destino che, in determinate circostanze, non perdona. Il cerchio si chiude, ma prima compie un lungo giro. Un vagabondaggio che il malato vorrebbe lo portasse lontano dalla sua realtà senza speranza. E invece lo costringe a restarci dentro, sotto gli occhi dei “sani”, che guardano, non capiscono, però sono svelti a giudicare. Il regista e sceneggiatore Hans Van Nuffel coglie il palpito affannoso di un mondo che sfugge, carico di desideri che sono ormai gelidi e senza forma, però cercano, comunque, di continuare a sembrare vivi ed attraenti: un momento di passione da consumare in una stanza d’ospedale, oppure un paesaggio marino invernale, ingrigito dalle nubi e dalla nebbia. In questo film la luce è fredda e blu, asettica e pallida come un campione di vita artificiale conservato in laboratorio. L’agonia si copre di un bagliore livido che, però, volendo, si può insistere a voler scambiare per un tiepido raggio di sole.
Questo film, uscito nelle sale belghe e francesi, e premiato nel 2010 nella Sezione Alice nella città della Festa del Cinema di Roma, è uscito in dvd solo nell’estate del 2012. La distribuzione è curata, via internet, da un’associazione benefica d’oltralpe.
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