Regia di Compton Bennett, Andrew Marton vedi scheda film
Miniere di discreto prestigio. Da un lato: la bellezza della natura sconfinata. Dall’altro: l’attrazione amorosa appena accennata, suggerita da pochi abbracci e semplici sguardi (oltre che celata dalla classica “finta antipatia”). Ne risulta un quadro esotico a tinte sfumate, sinonimo di sana semplicità. Per di più, la vocazione “animalista” di Granger è in anticipo sui tempi, se si pensa che negli anni ’50 a tutto si pensava tranne che a biasimare la caccia grossa. L’unico punto debole sta nella carrellata di animali all’inizio del viaggio, che sortisce un effetto meramente documentaristico. Le miniere di re Salomone appaiono solo per pochi minuti verso la fine. Finale sobrio, di quelli che lasciano la bocca asciutta ma che - evitando di descrivere il ritorno a casa dei protagonisti - lascia immersi gli spettatori nel cuore dell’Africa nera. Quasi buono.
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