Regia di Massimo Natale vedi scheda film
Estate 1980. Subito dopo la tragedia di Ustica e poco prima di quella della stazione di Bologna, in una spiaggia pugliese un ragazzino, Martino, incontra una bella coetanea, Silvia, che è però soggiogata dal fascino dei ragazzi più grandi, e un capitano americano della vicina base Nato che insegnerà a Martino a surfare.
Tratto da un romanzo di Giorgio Fabbri, Luglio 80, L'estate di Martino è l'incontro fra un romanzo di formazione sentimentale (con la classica storiella balneare di due adolescenti: contrastata, impossibile e infine reale), una fiaba amara (più che un semplice sottotesto: di tanto in tanto la narrazione si ferma per osservare in parallelo le vicende del leggendario principe Dragut) e la nuda cronaca dei due tragici eventi che segnarono la stagione estiva di quel 1980: Ustica e la stazione di Bologna, fra fine giugno e inizio agosto. Non poco, se si pensa che si sta parlando di un'opera prima; l'esordiente Massimo Natale sa il fatto suo dietro la macchina da presa e raramente cade nei clichè (ad es.: il falò in spiaggia come unico possibile scenario per una storia d'amore adolescenziale?), ben coadiuvato dal punto di vista della confezione dalla fotografia di Vladan Radovic, dal montaggio di Paola Freddi e dalle musiche di Roberto Colavalle. Buone notizie anche dal reparto interpreti, nonostante due giovanissimi protagonisti alle prime armi (Luigi Ciardo e Matilde Maggi) e l'assenza di nomi di particolare richiamo (il maggiore è l'americano Treat Williams, dal lungo curriculum artistico). Il Ministero dei Beni Culturali ha ritenuto la pellicola meritevole dei contributi destinati alle opere di interesse culturale: a ragione. 4,5/10.
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