Regia di Sylvain Chomet vedi scheda film
Ordunque, siamo verso gli anni 50-60 e c’è questo mago di mezza età che si esibisce con il suo spettacolino nei vari teatri, sempre quasi deserti. La società (di allora) non è per nulla interessata al suo spettacolo, come a quelli di clown, ventriloqui e altro. Sbarca il lunario girando qua e là, incontrerà una ragazzina che lo penserà una specie di semidio, si aggregherà a lui (ma non ai suoi spettacoli) finchè questa fanciulla non troverà un ragazzo per lei. Il mago capirà che è ora di levare le tende. In soldoni, il film è questo. Film a cartoni animati tradizionali, resi in maniera magnifica. Disegni fantastici e una bella storiella, oltre a un mago dalle capacità sovrannaturali, in quanto a bravura, e belle musiche. Il film è quasi muto, bello è bello, ma ahimè qua e là è pure noiosetto. Io pertanto darò 7 e non di più, malgrado gli evidenti pregi e la pressoché assenza di difetti. Ha concorso all’Oscar, per il migliore cartone animato, ma perse con Toy Story 3 (l’altro in gara era Dragon Trainer, per me di gran lunga il migliore del terzetto). Flop anche al botteghino, non ha avuto grandi costi, ma incassi veramente di nicchia, molto inferiori alle spese.
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