Regia di Sylvain Chomet vedi scheda film
Jacques Tati vive.
Oltre a vivere ancora nel ricordo dei tanti cinefili innamorati della sua arte ora rivive su grande schermo grazie al film d'animazione di Chomet basato su una sua sceneggiatura poi accantonata perchè ritenuta troppo autobiografica.
Curioso che oggi sia preziosa proprio perchè dice tanto di Tati e della sua arte, con quell'illusionista di mezza età, stanco di esere soppiantato dai nuovi mezzi di intrattenimento di massa, costretto a tenere spettacoli in teatri di terzo o quarto ordine e addirittura in locali di periferia.
L'illusionista è solo, col suo coniglio bianco che non vuole più stare nel cilindro, si sente superato da quei giovinastri che fanno musica inascoltabile o da quelle diavolerie tecnologiche come jukebox o televisione.
E'un mondo che non gli appartiene più.
Ed è curioso vederlo ora: Tati che è stato un assoluto precursore dei tempi soprattutto nei suoi ultimi film in realtà sentiva che non riusciva a stare al passo con la modernità che avanzava.
Quando il vecchio illusionista, consapevole di un domani nebuloso va al cinema a vedere Mon Oncle allora il circuito è definitivamente chiuso.Tatischeff vede Hulot/Tati alle prese con squarci inquietanti di modernità.
L'illusionista di Chomet è un tuffo nella memoria e nella malinconia: Il disegno è retrò,l'animazione anche, per amplificare quell'effetto nostalgia che proviamo per i vecchi cartoni animati ben lontani dall'asettica perfezione che regna in quelli di oggi.
Quella figura segaligna, anche un pò goffa, quella comicità che può fare a meno delle parole, quell'uso del sonoro così creativo, quel tocco lieve e gentile nel tratteggiare quell'empatia che si sviluppa tra Jacques Tatischeff( il personaggio dell'illusionista che porta guarda caso il vero nome di Tati) e Alice, sua irriducibile fan, non una semplice amicizia ma qualcosa di diverso, di impalpabile, quasi una relazione di mutuo soccorso in cui ognuno aiuta l'altro.
Alice finalmente cresce e comincia a guardarsi intorno, trvoa l'amore che andavaa cercando in un suo coetaneo, Jacques decide di uscire di scena e di ripartire da zero, di farsi a parte con quel biglietto che con una semplice frase (I maghi non esistono) dice tutto.
I maghi non esisteranno ma gli illusionisti esisteranno sempre e nel nostro cuore un posto per Jacques Tatischeff ci sarà sempre.
Almeno nel mio.
dirige un film deliziosamente fuori dal tempo e dalle mode
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