Regia di Lina Wertmüller vedi scheda film
c'è la sicilia degli anni delle grandi migrazioni al nord. la coppola, i baffetti, i "tsz" con movimento in avanti del mento e occhi chiusi. c'è torino con la nebbia che sembra che la nebbia non si riesca più a filmarla, o addirittura non ci sia più; quella nebbia. c'è giannini che fa il terone e la melato che la milanese. c'è una voglia trasmessa di fare un film che sia di costume e intrattenimento. di sicuro in carmelo mardocheo, per gli amici mimì, c'è un istinto di affrancarsi da una sicilia fatta di lavoro in cambio di voti. torino, la grande città del nord, rappresenta la rivolta a tutto quello che in sicilia è negato. lavorare senza per questo "appartenere" a nessuno se non a se stessi, e naturalmente, alla fabbrica. così come la melato incarna la femmina del nord, comunista che in quanto comunista ci si crede che la spartisca senza far torto a nessuno, che donna integerrima invece la vuol dare solo per amore e una volta trasferitasi concubina a catania, si tramuta quasi in una madonna. giannini/mimì è il maschio-padrone del sud(brut terun trasmigrante, lo apostrofa la melato in una scena)che una volta salito al nord diventa pari dei cani(in alcuni bar era vietato l'ingresso equamente sia per i cani che per i teroni)che vaga ramingo tra i viali dove la melato vende i suoi multicolori maglioni di lana e reclutato da cottimisti in nero. alla fine mimì resta solo un uomo che desidera ardentemente liberarsi dal giogo di una mafia feudataria, dove i padroni posseggono uomini e cose in cambio di silenzio e voti, non riuscendo a maturare il coraggio che renderà un eroe normale leonardo vitale proprio in quegli anni. ritornato in sicilia tormentato dall'onnipresente tricarico coi caratteristici tre nei sulla guancia(turi ferro)lo crederanno frocio, si farà tradire e si riscatterà con un delitto d'onore. alla mafia non si scappa. naturalmente grandi gli interpreti principali con giannini("ingravidata intaggabbina della gru"), la melato("ci mancava la violenza del terun"), ma validi anche i comprimari con la procace abbondanza di elena fiore, le varie incarnazioni dei poteri più o meno costituiti(turi ferro), agostina belli doppiata ma molto in parte nella mogliettina sicula di mimì via via sempre più modernizzata e il sindacalista di luigi diberti di una bellezza folgorante.
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