Regia di John Landis vedi scheda film
Gradito ritorno sulla scena di John Landis che non ha di certo perso il suo tocco, per quanto nel raccontare una vicenda con spiccato humour nero non riesca ad elevarsi sui suoi livelli migliori (che va detto essere davvero importanti) pur regalando novanta minuti globolmente interessanti e godibili, scanditi soprattutto da alcune gustose idee.
Edimburgo XIX William Burke (Simon Pegg) e William Hare (Andy Serkis) vivono alla giornata fino a quando non si rendono conto che procurarsi dei cadaveri può cambiare la loro vita.
Infatti la città è famosa per la ricerca medica e il Dottor Knox (Tom Wilkinson) ha sempre bisogno di nuove cavie per i suoi rinomati studi.
Va da se che in mancanza di defunti i due troveranno il mondo di procurarseli arrivando a commettere diversi omicidi mettendo in subbuglio tutta la città.
Non manca lo stile al lavoro di Landis, l’atmosfera umida e oscura di Edimburgo è un ottimo corollario alla storia che viene raccontata che di suo presenta diverse sfumature a supporto tra concetti scientifici (l’importante è avere corpi da esaminare ottenuti senza porsi alcuna domanda), il teatro (con la prima rappresentazione tutta al femminile) ed una riproduzione del potere tutt’altro che solare (tra battute destinate ai politici e a tre militari pasticcioni).
Interessante il cast con la coppia Pegg-Serkis molto affiatata, ottimi alcuni camei, tra gli altri sono riconoscibili Christopher Lee e Ray Harryhausen, per il resto si ride quasi sempre su risvolti nerissimi, ma raramente a crepapelle, mentre il ritmo è elevato dall’inizio alla fine, ma a volte appare un po’ frettoloso per quanto non manchino i più classici siparietti (penso per esempio alla botte che rotola uscendo ed entrando dallo schermo) che richiamano un modo artigianale di fare cinema che è sempre piacevole ritrovare (anche perché oggi si è un bel po’ perso).
In definitiva rimane una commedia ben fatta, con lampi di assoluto livello (tra cadaveri contorti e verifiche per assicurarsi dei decessi, per esempio con la prova della forchetta) ed uno standard complessivo medio alto. John Landis è ancora in sella (nonostante la clamorosa fatica a trovare possibilità di regia negli ultimi dieci anni, sarà che non gli piace accomodarsi?), intelligente, solo parzialmente segnato dai tempi che cambiano.
Discreto.
Costruisce bene l'atmosfera d'insieme e trova rivoli comici di buona fattura.
I tempi cambiano, il risultato finale non è il massimo della vita, ma la mano è tutto fuorchè infelice.
Discreto.
Funziona meglio del solito (sarà anche per merito del manico).
Più che sufficiente.
Motore comico di ottimo livello, funziona bene ovunque, per cui sotto una guida scaltra non può che fornire buoni frutti.
Bravo.
Re-entry gustosa.
Non fa molto (soprattutto per limiti imposti), ma tanto basta, l'occasione è comunque giusta per lui.
Buona spalla comica per Pegg e per una volta si vede in carne ed ossa dimostrando di non saper fare solo la marionetta digitale.
Discreto.
Apparizione gradita e tutt'altro che casuale.
Mito.
Parte secondaria interpretata come si deve.
Più che sufficiente.
Trova il suo spazio.
Più che sufficiente.
Partecipazione che fa assaporare i tempi che furono.
Nel suo piccolo è godurioso.
Fa ciò che deve.
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